Insegnante di ginnastica accusato di molestie

Durante le lezioni di ginnastica non si sarebbe limitato ad impartire indicazioni sugli esercizi da svolgere. In due occasioni, un insegnante di educazione fisica avrebbe toccato in modo tutt'altro che consono al suo ruolo un'alunna. L'uomo, che deve rispondere di violenza sessuale su minore aggravata dallo stato di affidamento, ieri mattina è stato rinviato a giudizio dal giudice Claudia Miori. La difesa, sostenuta dall'avvocato Nicola Benvenuto, aveva chiesto il proscioglimento dell'uomo, che respinge tutte le accuse ed è pronto a difendersi in un pubblico dibattimento. La vittima, all'epoca dei fatti 14enne, si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Andrea de Bertolini.

I fatti al centro del procedimento penale, affidato al pubblico ministero Rosalia Affinito, risalgono all'autunno del 2014 e sono successi in un istituto superiore. Gli episodi contestati, come detto, sono due. Il primo sarebbe successo in settembre durante una lezione di ginnastica. La classe stava giocando a pallavolo. In campo c'era anche la ragazzina e l'insegnante si sarebbe avvicinato a lei per «correggere» la sua posizione e invitarla ad avanzare. Ma per farlo l'avrebbe spinta da dietro, mettendole due mani sul sedere. Comprensibili l'imbarazzo e il disagio della ragazzina, che si è sentita violata da quel gesto. Una circostanza che sarebbe confermata anche da una compagna di classe. Il secondo episodio sarebbe invece accaduto in ottobre durante una lezione teorica: in quel caso - sempre secondo l'accusa - il docente avrebbe utilizzato la vittima come un «manichino», invitandola a sdraiarsi sul tavolo. Le mani dell'uomo non avrebbero toccato parti «sensibili», spostandosi dal polpaccio alle spalle per indicare alcuni muscoli, ma la vittima ha riferito di avere cercato invano di sistemarsi la maglietta sollevata sulla pancia, avvertendo un impedimento da parte del docente. In ogni caso, quella situazione, oltre che imbarazzante, sarebbe stata vissuta con disagio, perché la ragazzina ha percepito una malizia in quei gesti. Proprio a fronte di queste attenzioni sgradite la vittima ha deciso di cambiare scuola ed ha perso l'anno scolastico. Quanto accaduto è stato denunciato e la procura, oltre a raccogliere la testimonianza della ragazza e di altri compagni, ha svolto accertamenti sull'uomo.

Ad avvalorare l'ipotesi dell'accusa rispetto ad un comportamento tutt'altro che consoni al ruolo di un insegnante, vi sarebbero anche altri fatti. Dall'esame del computer dell'uomo è emerso che avrebbe avuto una relazione con una ex studentessa, in questo caso maggiorenne, e che sui social network faceva espliciti riferimenti di natura sessuale, anche con minori. In occasione di lezioni frontali o supplenze, inoltre, avrebbe fatto una sorta di gioco della «verità», in cui alle ragazze faceva domande sulle loro abitudini sessuali, come ha testimoniato un'altra ragazza. E a chi non voleva rispondere, in due casi, avrebbe sottoposto un pegno: camminare a 4 zampe struscinadosi sulle sue gambe o farsi leccare una scarpe, «pegno» interrotto dal suono delle campanella.

Un quadro che, secondo l'accusa, confermerebbe la natura sessuale anche degli altri due episodi. Ma l'uomo si difende, ribadisce di avere agito con correttezza e nega di avere molestato la ragazza, chiarendo che si sarebbe trattato di normali, quando casuali, contatti fisici durante la lezione di ginnastica.

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