Spa pubbliche, arriva il tetto di 7.275 euro netti

La paga ordinaria annua cala a 105.000 euro. Previste deroghe per società come A22 e Dolomiti Energie

di Angelo Conte

Cambiano le norme sugli stipendi di presidenti e consiglieri delle società controllate o semplicemente partecipate dalla Provincia. La giunta provinciale ha definito in maniera diversa quanto spetta a chi è ai vertici delle spa provinciali o miste. Il tetto massimo rimane, anche in caso di cumulo di più cariche in diverse società controllate o partecipate, l'indennità del presidente della Provincia, ovvero i 7.275 euro netti, circa 13.000 euro lordi che sono stati fissati lo scorso maggio sulla base di quanto previsto dal decreto Monti. In pratica, al massimo 164.000 euro lordi.


Da 130.000 a 105.000 euro medi
Secondo le nuove norme approvate lunedì dalla giunta provinciale, più una società controllata dalla Provincia ha fatturato e attivo patrimoniale, più gli amministratori guadagneranno. Per le società con un attivo patrimoniale fino a 15 milioni e un fatturato fino a 10 milioni, il presidente prende ordinariamente 50.000 euro, il vicepresidente 16.000 euro, il consigliere 8.000. per le società tra 15 e 150 milioni di attivo e tra 10 e 15 milionid di fatturato le cifre salgono a 60.000 euro (presidente), 20.000 euro (vicepresidente) e 10.000 euro (consigliere). Per quelle oltre i 150 milioni di attivo e i 15 milioni di fatturato si sale a 70.000 euro (presidente), 24.000 euro (vicepresidente) 12.000 euro (consigliere). Si prevede però di aumentare del 50% queste cifre per personalità che abbiano «elevata e riconosciuta professionalità a livello nazionale». In pratica il massimo per un presidente di una spa pubblica per servizi in house cioè legati solo alla Provincia (come Itea o Cassa del Trentino) sarà di 105.000 euro, «oggi - aveva spiegato Ugo Rossi presentando la norma - è di 130.000 euro». Il gettone di presenza viene definito in massimi 250 euro per seduta.


Le deroghe per A22 e Dolomiti Energia
Per le società che svolgono funzioni diverse dai servizi diretti alla Provincia e che sono sul mercato, come Dolomiti Energia o A22, la nuova normativa prevede deroghe alla cifra massima dei 105.000 euro lordi annui. Si prevede che si possa arrivare a raggiungere però al massimo la cifra lorda che guadagna il presidente della Provincia, ovvero i circa 164.000 euro lordi fissati lo scorso anno.


Più soldi se ci sono utili elevati
Rispetto ai criteri che fissano gli emolumenti degli amministratori a livelli più bassi del passsato, per le società di mercato si prevedono alcuni meccanismi che possono far alzare il livello dell'indennità ma al massimo solo fino al livello del presidente della Provincia. Tra questi criteri ci sono la capacità di fare utili rilevanti da parte della società a partecipazione pubblica, un caso che riguarda ad esempio l'A22 o Dolomiti Energia che macinano decine se non centinaia di milioni di utili netti a fine anno.


Entrata in vigore dal primo rinnovo
L'entrata in vigore delle nuove norme sugli emolumenti degli amministratori per le spa pubbliche provinciali o partecipate dalla Provincia parte dal primo rinnovo delle cariche successivo alla pubblicazione della delibera approvata lo scorso lunedì. Per i cda in vigore quindi le nuove norme non si applicano.

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