Stasera a Riva del Garda «R. Osa» I difetti sono bellezza

Questa sera, 12 marzo, alle ore 21, il Palazzo dei Congressi di Riva del Garda ospiterà «R. OSA», spettacolo nato da un’idea di Silvia Gribaudi (che ne ha curato anche la coreografia e la regia), interpretata da Claudia Marsicano.

Leggerezza-ironia-libertà. Così si potrebbe descrivere la cifra stilistica di Silvia Gribaudi, artista torinese da un decennio attiva sulla scena della performing art italiana ed europea. Al centro della sua ricerca il corpo – danzante e teatrale – ma anche la relazione con il pubblico. Nonché tematiche legate all’inclusione e all’indagine del tessuto sociale: l’età, il gender, la diversità, sono nodi ricorrenti sviscerati dalla coreografa in progetti articolati capaci di coinvolgere anche interpreti non professionisti, oppure straordinari solisti come ad esempio Domenico Santonicola, danzatore sessantottenne già militare delle Forze armate italiane, interprete nudo dell’assolo «What age are you acting?» in cui declina il tema delle tracce lasciate dal tempo sul corpo o Claudia Marsicano, prorompente performer di «R.OSA».

Un assolo al femminile, «R.OSA», come il colore evocato dal titolo, ma anche un assolo sull’osare. Con un segno a tratti dissacrante, a tratti provocatorio e a tratti poetico, Gribaudi costruisce un viaggio nell’anti-stereotipo del femminile imposto dalla società dell’immagine e dipendente dalla ricerca di perfezione oltre natura.

Diventato un cult delle ultime stagioni, l’assolo coinvolge, diverte e pone interrogativi. «Cosa mi fa sentire bella?» Cosa mi rende fiera? La bravura o la corrispondenza a canoni estetici imposti? Quali pregiudizi e criteri applichiamo nel giudicare le persone? E come e quando questi pregiudizi riescono a svanire? Claudia Marsicano risponde a questi quesiti con la sua bravura, la sua dirompente presenza scenica guidata dalla mano salda della regista-coreografa, capace di trascinare con ritmo il pubblico in un rito collettivo.

In una scena priva di orpelli, il corpo di Claudia Marsicano diviene movimento coreografico, suono, immagine dissacrante, colore. Una partitura del gesto apparentemente informale che esprime un disegno più ampio: la figura di una donna con i suoi dettagli, le sue forme, i suoi difetti che diventano bellezza. Il risultato? Il performer diviene opera; l’opera diviene messaggio. Un monito forte e chiaro per lo spettatore.

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