Romanzo famigliare, la nuova fiction da stasera su Rai1

di Emanuela Castellini

«Questo è un grande romanzo ottocentesco calato nella contemporaneità. Un feuilleton 2.0», dice Francesca Archibugi, che ha scritto e diretto Romanzo famigliare - titolo che rende omaggio al «Lessico famigliare» di Natalia Ginzburg - al via su Raiuno da stasera per sei prime serate.

La fiction, che segna l’esordio della regista cinematografica nella lunga serialità, è una sorta di family drama in cui si intrecciano conflitti tra madri, padri, figli, tradimenti, amori, legami indissolubili e gravidanze avute in tenera età,  il tutto ambientato a Livorno in buona parte nell’Accademia Navale (aperta per la prima volta alle macchine da presa), dove la famiglia Liegi, una delle casate di origine ebraica più in vista della città con interessi che vanno dai cantieri navali al petrolio, risiede. Vittoria Puccini è la protagonista nel ruolo di Emma, una donna rimasta orfana della mamma a 8 anni, che con il padre, l’industriale cavalier Gian Pietro Liegi (Giancarlo Giannini) non ha mai avuto un buon rapporto.

«Il mio personaggio ha 33 anni e una figlia (Fotini Peluso) avuta a soli 16 anni dal marito, il tenente di Vascello della Marina Militare (Guido Caprino), che ha cresciuto da sola perché lui era sempre in missione per mare - racconta l’attrice - Emma è disorganizzata, disordinata, è una mamma simpatica, sincera e la storia si ripete perché sua figlia rimane incinta come lei a 16 anni con tutto quel che comporta». Il marito, dopo molti anni, si lascia convincere dal dispotico suocero a trasferire la famiglia nuovamente a Livorno e diventa insegnante in Accademia. Ma perdere il comando della sua nave per diventare comandante in classe, rappresenterà un sacrificio. Un’inquietudine persistente. E dovrà anche condividere una quotidianità con la moglie e la figlia alla quale non era abituato.

«Quando ho iniziato a lavorare al mio personaggio - continua Puccini - mi sono subito resa conto di quanto ci fosse di Francesca Archibugi nella mia Emma, dagli abiti a un suo vissuto o di persone a lei vicine, che mi hanno responsabilizzata a prendere per mano questo suo mondo «archibugesco». È stato un lavoro che per me ha significato molto». E osserva: «Calarmi nei panni di Emma ha rappresentato una sfida: ha  grandi  fragilità. Non che io nella vita non ne abbia, ma lei  pensa di non riuscire a superare le difficoltà, non si sente all’altezza. E così ho lavorato sugli atteggiamenti. Io di natura sono più calma, lei è insicura, non sta mai ferma, si tocca in continuazione i capelli, il naso, le orecchie, è molto diversa da me».

Ma come il suo personaggio anche Vittoria Puccini ha avuto presto una figlia, Elena che ha 11 anni, dall’attore Alessandro Preziosi. «Nella storia il mio personaggio e quello di Micol si scambiano i vestiti, nella realtà anche mia figlia inizia a prendermi delle cose dall’armadio. Poi, ci sono dei momenti nei quali è tua figlia a insegnarti qualcosa, perché ti fa vedere le cose da una prospettiva differente. L’importanza dei baci, degli abbracci, della fisicità spontanea nel rapporto tra due persone è qualcosa che mi ha insegnato Elena. Io però sono più risoluta rispetto a Emma, per me i ruoli madre-figlia devono essere chiari e ben definiti».
La sua bambina sa che la mamma è un’attrice famosa: come la prende? «È contenta. Se mi fermano per strada e mi dicono che sono brava, le fa piacere. Le dà fastidio essere fotografata, lo trova incomprensibile. Ha diritto alla sua spensieratezza».

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