Giustizia / Il caso

Maltratta la famiglia, la condanna ridotta in appello: l’uomo è stato accusato di violenza sessuale

Protagonisti della vicenda giudiziaria un quarantenne, residente in Trentino, insieme alla sua compagna, sua coetanea, la figlia di lei - avuta da una precedente relazione - e un figlio ora di 14 anni, frutto del loro legame. L'imputato sarebbe stato solito, durante alcune liti, stringere con forza il collo della donna per farla tacere

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TRENTO. È stato condannato in primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione per maltrattamenti e per violenza sessuale nei confronti della ex compagna. Ma l'uomo ha impugnato la sentenza e la Corte d'Appello del tribunale di Trento ha ricalcolato la pena, riducendola a 4 anni e un mese. Protagonisti della vicenda giudiziaria un quarantenne, residente in Trentino, insieme alla sua compagna, sua coetanea, la figlia di lei - avuta da una precedente relazione - e un figlio ora di 14 anni, frutto del loro legame.

Stando agli atti i fatti più gravi risalirebbero al 2020. Percosse, violenze, minacce, danneggiamenti e ingiurie nei confronti dei familiari sarebbero soltanto alcuni degli episodi contestati che non si sarebbero verificati soltanto all'interno delle mure domestiche. Dove l'uomo non si sarebbe risparmiato ad alzare le mani anche sulla figlia adolescente di lei. Secondo le ricostruzioni della procura la drammatica storia, scandita da momenti di paura e terrore, avrebbe avuto inizio già dal 2009.

L'imputato sarebbe stato solito, durante alcune liti, stringere con forza il collo della donna per farla tacere. Tanto da arrivare, in un'occasione nell'estate 2019, a mollare la presa soltanto finché lei aveva cominciato a faticare a respirare, togliendole perciò completamente il fiato. Addirittura, stando all'accusa, il quarantenne, nell'autunno 2020, avrebbe cercato di manomettere i freni dell'auto usata dalla ex compagna, approfittando del fatto che lei si trovasse al lavoro, per cercare quindi di farle del male.

Poi, sempre lo stesso anno, le continue e incessanti chiamate per controllarla anche mentre lei si trovava in ufficio. In un'altra occasione sarebbe arrivato a pretendere un rapporto sessuale noncurante dei suoi «no» e nonostante la loro relazione fosse ormai interrotta da più di un anno.In questo incubo però sarebbe stata coinvolta anche la figlia che viveva sotto lo stesso tetto: l'imputato non soltanto l'avrebbe mortificata a più riprese, prendendola a male parole, ma anche colpita fisicamente.

La vicenda era quindi emersa a seguito della querela presentata dalla ex compagna. Pesanti dunque le accuse mosse all'uomo, difeso dall'avvocato Andrea Gnecchi del foro di Bolzano, fra cui anche quella del tentativo di lesioni aggravate. Il tribunale del capoluogo lo aveva condannato in primo grado a una pena di 9 anni e 6 mesi. La sentenza era stata però impugnata dalla difesa. A chiedere l'accoglimento di buona parte dei motivi d'appello anche la procura generale, che ha chiesto riduzione della pena a 2 anni. Per la violenza sessuale infatti è stata riconosciuta l'attenuante del fatto di minore gravità.

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