Sanità / I numeri

Troppi accessi impropri al pronto soccorso: lo studio con i dati locali

Nella nostra provincia l'accesso al Pronto soccorso è superiore alla media nazionale (oltre 30 accessi ogni 100 abitanti mentre la media è di poco inferiore a 30), ma se guardiamo gli accessi inappropriati c'è chi fa peggio di noi. Secondo il grafico diffuso da Agenas siamo sotto i 5 ogni 100 abitanti, rispetto a Bolzano il cui numero è tre volte più alto

TRENTINO La grande fuga del personale sanitario dall’Apss

TRENTO. In Trentino l'accesso al Pronto soccorso è superiore alla media nazionale (oltre 30 accessi ogni 100 abitanti mentre la media è di poco inferiore a 30), ma se guardiamo gli accessi inappropriati c'è chi fa peggio di noi. Secondo il grafico diffuso da Agenas siamo sotto i 5 ogni 100 abitanti, rispetto a Bolzano il cui numero è tre volte più alto. I dati emergono da un report che contiene i numeri degli accesso in Pronto Soccorso e gli effetti del potenziamento dell'Assistenza Territoriale per una migliore presa in carico dei pazienti. I numeri nazionali rilevano che nel 2023 si sono registrati 18,27 milioni di accessi ai Pronto Soccorso con un incremento, rispetto al 2022, del 6%.

La prevalenza degli accessi è caratterizzata da codici triage - dopo valutazione medica - bianchi e verdi (68% dei casi). Di questi circa 4 milioni, il 22% degli accessi totali, è improprio. Si possono ritenere impropri (accesi in codice bianco e verde alla visita medica, con l'esclusione dei traumi; giunti in Ps in modo autonomo o inviati dal medico di famiglia, nei giorni feriali e festivi e in orari diurni, con dimissione al domicilio o a strutture ambulatoriali). Il picco di accessi impropri si ha per la fascia di età 45-64 anni mentre scende al minimo nella fascia 15-24 anni. Per quanto riguarda il Trentino nel 2022 i codici bianchi sono stati 15.899 e i verdi 80.883.

Nella maggior parte dei casi, come sostengono da tempo gli specialisti che lavorano nell'emergenza, si tratta di situazioni che dovrebbero essere gestite in altro modo: dai medici di famiglia e dai medici di continuità assistenziale. L'obiettivo principale del pronto soccorso dovrebbe essere garantire il trattamento dei casi urgenti, vale a dire tutte le casistiche che necessitano di interventi immediati diagnostici e terapeutici.

Non tutti, però, hanno compreso questa mission.Il rapporto ha analizzato anche la percentuale di popolazione delle aree interne distante dai Pronto Soccorso.

La nostra provincia, a causa anche della morfologica del territorio, si trova nella parte alta della classifica, dietro solo a Basilicata, provincia di Bolzano e Sardegna. L'8,08% dei trentini abita ad ameno 30 minuti dal Pronto soccorso, mentre in Veneto la percentuale è dello 0.47%. Ovviamente la percentuale scende di molto se si considera una distanza di 45 minuti e arriva a zero per distanze superiori all'ora.

Lo studio Agenas spiega come a livello nazionale la popolazione non in grado di raggiungere le strutture di pronto soccorso entro 30 minuti (3,4 milioni pari al 5,8% della popolazione) potrebbe essere decisamente ridotta con la corretta implementazione del DM 77/2022, che individua la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel servizio sanitario nazionale, attraverso la presa in carico dei pazienti all'interno delle nuove strutture previste dal Pnrr.

Nelle Regioni in cui tale decreto è stato implementato, si denota un miglioramento. Anche in Trentino lo scenario dovrebbe cambiare con la realizzazione delle Case della Comunità. Rimarremo sempre al quarto posto in classifica per numero, ma la percentuale dei trentini lontani dalle "cure" scenderà a 5,76%

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