Istituzioni / Investimenti

Provincia, 318 milioni di euro dalla variazione di bilancio. I sindacati: ma le scelte di spesa sono deludenti

La giunta Fugatti ha illustrato alle parti sociali il provvedimento che passerà al consiglio: risorse per famiglie, imprese e investimenti sul territorio. Cgil, Cisl e Uil: "Mancano risposte ai bisogni delle famiglie trentine che fronteggiano difficoltà enormi a causa dell'aumento dei prezzi"

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TRENTO. Ammontano a 318 milioni di euro le risorse ricavate dall'avanzo di amministrazione della Provincia di Trento, che la giunta provinciale intende mettere in campo per misure a favore di famiglie e imprese, interventi di sostegno al reddito e investimenti.

La variazione di bilancio 2023-25 - informa una nota - è stata illustrata a categorie economiche e sindacati (nella foto).

La manovra, che non conclude i provvedimenti finanziari del 2023 (che si completeranno con l'assestamento di bilancio), approderà in consiglio provinciale attraverso un emendamento che verrà presentato domani, dopo le verifiche della giunta.

Sul fronte dell'addizionale Irpef, si conferma l'esenzione per i redditi compresi tra i 15.000 e i 25.000 euro (30 milioni di euro).

Al pubblico impiego sono destinati 35,6 milioni per il riconoscimento di una tantum (2% dello stipendio) aggiuntiva rispetto all'indennità di vacanza contrattuale, in attesa della ripresa della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro 2022-24.

A queste risorse, si aggiungono 3,6 milioni per l'attribuzione al personale docente delle scuole a carattere statale di incrementi tabellari disposti a livello nazionale sul contratto 2019-21.

Seguono interventi a favore della casa (7 milioni di euro), di cui 5 milioni per interventi sul patrimonio Itea e 2 milioni destinati a rafforzare il fondo nazionale di garanzia prima casa.

La quota dedicata agli investimenti pubblici, compresi gli interventi dei Comuni finanziati dal Fondo di sviluppo locale, è pari a 94,8 milioni di euro.

Si aggiungono, poi, interventi finanziati a debito per circa 50 milioni di euro, con un limite di impegno decennale.

Ci sono poi gli accantonamenti a favore dei Comuni (69,5 milioni di euro), le misure a favore dei settori economici (22,1 milioni), la promozione del territorio e dei prodotti trentini (19,5 milioni), i primi interventi per far fronte alla carenza d'acqua (3,4 milioni per opere di accumulo e risparmio idrico in agricoltura), le operazioni sul patrimonio immobiliare del sistema provinciale (20 milioni). Completano il quadro della variazione ulteriori destinazioni per 16,1 milioni.

Uno scenario di scelte di spesa che lascia scontenti i sindacati: "Una manovra deludente, che non fornisce risposte soddisfacenti e di portata adeguata ai bisogni delle famiglie trentine che in questi mesi hanno dovuto fronteggiare difficoltà enormi a causa dell'aumento dei prezzi con un'inflazione che in provincia viaggia a doppia cifra e che è prevista in crescita ancora come si deduce dalle stime parziali su aprile", commentano i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, al termine del confronto con il vicepresidente Mario Tonina e gli assessori Achille Spinelli e Giulia Zanotelli sulla variazione di bilancio che renderà disponibili 318 milioni di euro di avanzo.

Le tre sigle criticano anche il metodo con cui la manovra è stata varata dalla giunta.

"Nessuno spazio per il confronto: di fatto la discussione di oggi è stata la mera presentazione di scelte già assunte e non modificabili fino all'approdo in consiglio provinciale. Il provvedimento varato dalla giunta è stato parziale e recupera appena un 4%. Serviva, invece, un intervento più coraggioso e incisivo, ma l'esecutivo anche questa volta ha scelto di non dare priorità alle famiglie", dicono i segretari, rilevando come non venga data risposta nemmeno sul tema della casa e sul lavoro.

"Sappiamo che la variazione è uno strumento contabile con dei limiti e che non permette spesa corrente. Proprio per questa ragione gli investimenti a sostegno delle famiglie e dei lavoratori dovevano avere un impatto economico maggiore", concludono i tre segretari.

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