Politica / Provinciali

Divergenze sul caso della gestione degli orsi e candidatura della Gerosa, Urzì richiama all’ordine Cia

In questi due mesi è emersa come molto marcata la distanza tra le iniziative della candidata presidente della Provincia Francesca Gerosa e quelle del capogruppo Claudio Cia con i suoi gazebo sul territorio, tanto da indispettire il commissario Urzì

TRENTO. Si acuisce lo scontro interno a Fratelli d'Italia tra il commissario Alessandro Urzì e il gruppo consiliare, in particolare il presidente Claudio Cia, che ha avuto l'ardire di esprimere il suo punto di vista sia sulla gestione dell'orso, difendendo il governatore Maurizio Fugatti, che invece viene criticato da Fratelli d'Italia, per quanto - non - fatto in questi anni, sia sulla questione della scelta del candidato presidente.

Cia infatti non fa mistero di non condividere il tira e molla che va avanti da febbraio tra Lega e Fratelli d'Italia tra il nome di Francesca Gerosa, proposto dal suo partito, e quello dell'attuale presidente leghista della Provincia, Maurizio Fugatti. Infatti, Cia ha dichiarato: “Non compete a me trattare la questione, ma non sono l'unico a pensare che prima si definisce il quadro, prima si può partire con la campagna elettorale e si può dare un messaggio credibile di unità della coalizione”.

Una dichiarazione che non è piaciuta affatto al commissario provinciale di Fratelli d'Italia, Alessandro Urzì, che sta perdendo la pazienza ed è intervenuto nuovamente con una bacchettata a Cia per richiamarlo all'ordine e infatti scrive: “Ho il dovere di richiamare il capogruppo (lo ho fatto in via diretta ma ne devo dare conto pubblicamente per il suo ennesimo ricorso ai media per esternare sue posizioni personali) al rispetto delle decisioni già assunte dal partito, peraltro in sua presenza, per cui la campagna elettorale è già iniziata attorno alla figura della candidata presidente Francesca Gerosa e che ad iniziare dal capogruppo provinciale questa deve essere sostenuta per onorare il patto di lealtà con il partito che lo ha generosamente accolto”.

”Comportamenti diversi o continui distinguo - rimarca Urzì - manifestano una delegittimazione della candidata presidente individuata dal partito ovviamente sollevando ambiguità. Richiamare al rispetto della linea del partito fa parte proprio dei compiti di un commissario, anzi è proprio il suo compito principale. perché sia garantita una rappresentanza che una volta eletta risponda al partito ed al suo programma e non a logiche diverse».

Infine, evidenziando come la pazienza verso queste prese di posizione del capogruppo disallineate rispetto alla linea da lui tracciata, stia per giungere al termine, rimarca che al contrario di Cia: “La quasi totalità della classe dirigente del partito sta sostenendo con grande ammirazione lo sforzo ed è questa la più forte scommessa e garanzia di successo del partito”.

La candidatura di Francesca Gerosa, decisa a febbraio dal commissario Urzì, d'intesa con i vertici romani, come nome alternativo a Fugatti, è stata "calata dall'alto" rispetto ai rappresentanti locali del partito, compresi i tre consiglieri provinciali (oltre a Cia ci sono Katia Rossato e Bruna Dalpalù), ai quali di fatto è stata comunicata la scelta e ne hanno preso atto.

E in questi due mesi è emersa come molto marcata la distanza tra le iniziative della candidata Francesca Gerosa e quelle del capogruppo Claudio Cia con i suoi gazebo sul territorio, tanto da indispettire il commissario Urzì, che si trova in difficoltà nel gestire le correnti interne e per questo nei giorni scorsi si è appellato direttamente a Giorgia Meloni e al segretario organizzativo Giovanni Donzelli per fare presente il problema.

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