Rifiuti / Il tema

Tonina: restano due possibili localizzazioni per l'inceneritore, Trento o Rovereto

Il vicepresidente provinciale ha confermato che non vi sono altre ipotesi ma non ha chiarito il tipo di impianto che si prevede: "È necessaria qualche verifica ulteriore. Ora scatterà la fase di partecipazione pubblica, per i prossimi 45 giorni chiunque potrà fare osservazioni"

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TRENTO. È stato adottato in via preliminare l'Addendum al Quinto aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti urbani. Lo ha annunciato il vicepresidente della Provincia di Trento, Mario Tonina, nella conferenza stampa post giunta provinciale. Per quanto riguarda la localizzazione dell'impianto, ha detto Tonina, "oggi rimangono due possibili localizzazioni. Restano quella di Trento e quella di Rovereto". Sul tipo di impianto, ha detto Tonina, "è necessaria qualche verifica".

Se sul termovalorizzatore "qualche garanzia la abbiamo", per quanto riguarda i gassificatori Tonina ha detto che "diventa difficile dire che quella potrebbe essere la soluzione" senza una visita a un impianto. Il vicepresidente della Provincia ha assicurato che "la giunta lavorerà nei prossimi mesi per permettere alla prossima giunta di prendere una decisione immediata. Per realizzare un impianto serviranno almeno cinque o sei anni".

Nei giorni scorsi il sindaco di Rovereto, Valduga, aveva manifestato riserve sull'ipotesi di costruire l'inceneritore all'ex discarica dei Lavini. Per quanto riguarda l'ubicazione a Trento, nei pressi della discarica di Ischia Podetti, diverse associazione hanno già sollevato critiche per i rischi ambientali riguardanti in particolare le emissioni e le scorie.

Per tornare alla Provincia, sul processo decisionale, Tonina ha osservato: "Arriva a compimento un approfondito lavoro di analisi curato dei tecnici della Provincia e in particolare di Appa. Un percorso, che discende dal Quinto aggiornamento del piano rifiuti, portato avanti attraverso un metodo orientato al confronto, alla massima trasparenza e alla definizione di tutti gli aspetti che riguardano la raccolta dei rifiuti urbani in Trentino. Per puntare, attraverso una condivisione il più larga possibile, all’obiettivo strategico di una gestione responsabile e autonoma in questo settore”.

Inizia ora, aggiunge Tonina, la fase di partecipazione pubblica sull’Addendum: per i prossimi 45 giorni chiunque potrà fare osservazioni prima dell’adozione definitiva del documento.

"Nell’Addendum - spiega la Provincia in una nota stampa - si sono valutati tutti i possibili scenari alternativi prima di arrivare alla conclusione della necessità di realizzazione dell’impianto termico. Gli scenari analizzati hanno incluso, confermando il trattamento di recupero energetico presso l’impianto di Bolzano per i quantitativi oggi disponibili (13.000 tonnellate annue di rifiuto indifferenziato), anche l’utilizzo di un impianto di pre-trattamento meccanico biologico, ipotizzando una riduzione della produzione dei rifiuti urbani totali ed un aumento della raccolta differenziata e la possibilità di realizzazione di un impianto di recupero di tessili sanitari.

Allo stesso tempo sono stati approfonditi tutti gli scenari che prevedono la realizzazione di un impianto termico locale, con la trattazione tecnico-economico-ambientale e sanitaria separata per ogni singola tecnologia.

Nell’ambito del confronto fra tutti gli scenari, la realizzazione di un impianto termico provinciale si delinea come una scelta necessaria per chiudere responsabilmente il ciclo dei rifiuti urbani non differenziati nel territorio provinciale. Raggiungendo un’autosufficienza impiantistica, senza subire ulteriormente l’andamento del mercato, con una conseguente riduzione del costo di gestione del proprio rifiuto e con la certezza del suo recupero energetico.

La necessità di dotarsi di un impianto di trattamento dei rifiuti non riciclabili si lega a diversi ordini di ragioni: l’inasprirsi delle normative europee, la non-sostenibilità economica, ambientale ed etica della politica di esportazione dei rifiuti fuori regione, l’impossibilità di azzerare la produzione di rifiuti, e quindi di raggiungere un risultato indicato solitamente con l’espressione “zero waste”. Infine, ci sono le considerazioni riguardanti le ricadute ambientali: gli studi più avanzati dicono che una discarica emette gas serra (responsabili del cambiamento climatico) in quantità 8 volte più alte di un impianto di termovalorizzazione standard.

Peraltro, come si sottolinea nel documento, l’impatto economico è legato a quello energetico. La crisi energetica di questo periodo ha evidenziato l’importanza di ricorrere a fonti alternative e sostenibili di energia ed il rifiuto è certamente una fonte sempre disponibile".

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