Provincia / Il caso

Via per il no a Vasco, Maccani: «La sentenza dice che avevo ragione, non oso pensare se succedeva qualcosa»

Il dirigente provinciale rimosso: «Non è finita qui, per reintegrarmi devono fare una delibera, sempre che non facciano ricorso. Ma nell’ordinanza è scritto chiaramente che l’area non era idonea»

SENTENZA Blocco della ferrovia, area inadatta, cosa ha detto il giudice

TRENTO. 'Ringrazia l'avvocato che lo ha assistito in questo procedimento, Lorenzo Eccher, e commenta a caldo: «Viene confermata la totale correttezza del mio operato, nell'interesse della Provincia e dei cittadini. Il giudice mi dà ragione su tutto, dalla prima all'ultima riga».

Nelle parole di Marzio Maccani non c'è rabbia, ma traspare tanta amarezza. «Non si capisce la passione che metto nel mio lavoro? 35 anni di attività e 50mila pratiche: tutti conoscono la totale correttezza del mio operato, del mio servizio. Eppure mi hanno cacciato... Questa sentenza non riguarda solo la mia persona, ma la sicurezza di tutti. Non mi sono fatto corrompere, non ho intascato denaro. Per questo mi chiedo: mi mandano via solo perché ho fatto il mio dovere? E la questione, conoscendo le persone con cui ho avuto a che fare, non finirà qui».

Maccani ha la quasi certezza che contro il provvedimento del giudice del lavoro la Provincia farà ricorso. «Io, come ogni cittadino privato, l'avvocato me lo pago, mentre la Provincia no: il costo ricade sulle persone. Per il mio reintegro ora serve una delibera della Provincia. Sempre che non facciano ricorso. Intanto per la legge Fornero mi manca un anno e mezzo per la pensione. Terminerò il mio operato nel 2024».

Tornando all'ordinanza, Maccani evidenzia: «Sui singoli punti che mi sono stati contestati emerge come io mi sia sempre comportato in modo del tutto corretto. Le violazioni semmai le hanno fatte altri. Quanto contenuto nell'ordinanza è di una gravità inaudita».

Il riferimento è a coloro che, come riportato nel provvedimento, «hanno espresso severe critiche» all'operato di Maccani e al funzionario che ha prospettato «la possibilità dell'avvio di un procedimento disciplinare».

«Nelle ultime tre pagine (sono 47 in tutto, ndr) viene evidenziato che è oggettivo che l'area non era idonea per 120mila persone, che c'è stata un'invasione di 1.200 persone oltre la recinzione - conclude Maccani - C'è stato un blocco del traffico ferroviario, ma non è stato fermato e identificato nessuno per interruzione di pubblico servizio. Evidentemente c'era caos. C'è da chiedersi cosa sarebbe accaduto in condizioni di panico».

Foto Daniele PANATO @ladige

 

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