Sanità / Il caso

L'Anac: per l'ospedale di Padova fruttuosa collaborazione, Trento invece arriva fuori tempo massimo

Nell'indicare le attuali possibilità per la Provincia di proseguire l'iter del Not, l'Autorità nazionale anticorruzione fa presente i limiti derivanti dalla scelta di piazza Dante di rivolgersi all'agenzia governativa solo dopo la conclusione della procedura di gara (ovvero dopo lo stop in Conferenza dei servizi al progetto vincitore, quello di Guerrato)

RITARDI La storia infinita del nuovo ospedale

TRENTO. L'Anac, Autorità nazionale anticorruzione, rimprovera alla Provincia autonoma di Trento la scelta di non chiedere prima il supporto dell'agenzia governativa.

L'Anac ricorda in una nota che la Provincia di Trento si è rivolta all'Autorità dopo la conclusione della procedura di gara, rendendo quindi inammissibile il precontenzioso.

Per tale ragione Anac ha proceduto ad archiviare la richiesta della Provincia di Trento, non senza però "per spirito collaborativo", aver fatto presente alla Provincia di Trento il percorso da seguire.

A differenza, infatti, di quanto è avvenuto per l'ospedale di Padova, dove vi è stata una fruttuosa collaborazione con Anac fino dall'inizio da parte della stazione appaltante, che ha portato ad ottimi risultati e ad un'accelerazione delle procedure, Trento - si legge nella nota - si è rivolta ad Anac a giochi già fatti, dopo la valutazione delle offerte e la formulazione della graduatoria, e l'individuazione della Guerrato come la migliore delle proposte presentate in gara.

Spetta alla Provincia sutonoma di Trento decidere cosa vuol fare in merito al Nuovo ospedale Not, con importo a base di gara di 278 milioni.

In base alla legge vigente, se decide di non approvare il progetto della Guerrato (come da relazione negativa del Responsabile unico del procedimento), dovrà procedere all'aggiudicazione al secondo classificato se questi accetta le modifiche al progetto richieste dalla Provincia, o ai successivi, scorrendo la graduatoria. È questo quanto indicato dall'Autorità nazionale anticorruzione, nella risposta all'istanza di parere presentata dalla Provincia di Trento.

La procedura di gara, pertanto, è da intendersi conclusa con la nomina della Guerrato.

La vigilanza collaborativa chiesta dalla Provincia di Trento ad Anac è pertanto fuori tempo massimo, ora non più attivabile.

Con la non approvazione del progetto Guerrato, è facoltà della stessa Provincia interrogare l'altro soggetto in graduatoria, ovvero la Pizzarotti, per verificare se quest'ultima sia disponibile a realizzare il progetto Guerrato.

Tale ultima decisione rientra nella facoltà della Provincia autonoma e, se dovesse essere assunta, ciò dovrà avvenire nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività, libera concorrenza, non discriminazione, proporzionalità.

L'Autorità anticorruzione fa presente cosa dice la legge al riguardo, ricordando che se il vincitore non accetta di modificare il progetto secondo le indicazioni della stazione appaltante, modifiche progettuali ritenute necessarie ai fini dell'approvazione del progetto, "la Stazione appaltante ha facoltà di chiedere progressivamente ai concorrenti successivi in graduatoria l'accettazione delle modifiche al progetto presentato dal promotore, alle stesse condizioni proposte al promotore e da lui non accettate".

"Pertanto - aggiunge Anac -, qualora la Stazione appaltante pervenisse all'adozione di un provvedimento finale di non approvazione del progetto presentato dalla Guerrato - anche in considerazione della relazione negativa già predisposta dal Rup -, rientra nelle sue facoltà chiedere progressivamente ai concorrenti successivi in graduatoria l'accettazione delle modifiche al progetto presentato dal promotore, alle stesse condizioni proposte allo stesso e da questi non accettate.

La decisione in merito all'interpello dei concorrenti successivi in graduatoria dovrà essere assunta dalla Provincia di Trento nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività, correttezza dell'azione amministrativa e, altresì, di libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, pubblicità, espressamente sanciti dall'art. 30, comma 1, del d.lgs. 50/2016 per l'affidamento e l'esecuzione di contratti di appalto e di concessioni".

Evidentemente, alla luce di questo chiarimento, l'alternativa al ricorso ai concorrenti successivi (subordinata all'accettazione di lavorare su un progetto altrui e le relative modifiche richieste) sarà l'azzeramento della procedura: si tratterà di una scelta politica che ora spetta alla giunta Fugatti.

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