Economia / Il caso

"Porfido, conflitti di interessi e clientelismo il terreno nel quale si è infiltrato il malaffare in Trentino". La Provincia parte civile nel processo sulla presenza della 'ndrangheta

Nell'audizione in commissione consiliare, Graziano Ferrari (Coordinamento lavoro) ha lanciato un appello affinché il territorio si interroghi sulle dinamiche che hanno reso possibile alcuni eventi. Intanto, l'avvocatura di piazza Dante fa sapere di aver ricevuto il mandato dalla giunta per poter essere presente al processo scaturito dall'inchiesta "Perfido"

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TRENTO. "Siamo davanti al malaffare strutturato e organizzato, che ha condotto all'arresto di 18 persone e rispetto al quale serve porsi una domanda: come ha potuto infiltrarsi nelle nostre comunità e istituzioni una associazione di questo tipo?

Forse questo è accaduto perché, purtroppo, sia il tessuto economico che quello istituzionale si sono distinti per un conflitto di interessi e un clientelismo che sono stati il filo conduttore di ogni intervento rispetto al comparto porfido".

Lo ha affermato Graziano Ferrari, del Coordinamento lavoro porfido, nell'ambito dell'audizione della seconda commissione del Consiglio provinciale di Trento sulla situazione del settore del porfido in Trentino.

Assieme a Ferrari, erano presenti anche Vigllio Valentini e Walter Ferrari, componenti del coordinamento.

Ferrari - si legge in una nota - ha chiesto che il consiglio provinciale si attivi affinché la Provincia di Trento si costituisca parte civile nel processo sull'inchiesta "Perfido", in relazione alle infiltrazioni della 'ndragheta nel settore, e chieda al commissario del governo di attivare la procedura per verificare se nel Comune di Lona Lases ci siano i presupposti per il commissariamento.

La data della prima udienza del processo in Corte d'assise è fissata per venerdì 21 gennaio.

La Provincia, poco dopo, ha però precisato che nel processo per l'indagine "Perfido" ha già deciso che chiederà di essere parte civile.

In una nota diffusa questa sera, 12 gennaio, si sottolinea che "non vi è alcuna sottovalutazione dell'importanza di un settore economico e del mondo del lavoro ad esso collegato, come quello coinvolto nella delicata indagine Perfido, né tanto meno dell'immagine della Provincia quale ente che ha tutto l'interesse alla legalità delle azioni sul proprio territorio a tutela dei cittadini e del virtuoso sviluppo economico del Trentino.

La Provincia - prosegue il comunicato - chiederà quindi di costituirsi parte civile nel processo che inizierà nei prossimi giorni".

La precisazione arriva dall'avvocatura provinciale che informa anche di "aver ricevuto da alcuni giorni il mandato dalla giunta provinciale di predisporre gli atti necessari per la costituzione di parte civile, che comunque non può essere fatta fino a quando non siano state espletate le formalità, prima di dare inizio al dibattimento, di controllo della regolare costituzione delle parti".

Nei prossimi giorni - annuncia la nota stampa - il provvedimento formale di costituzione quale parte civile con mandato all'avvocatura sarà adottato dalla giunta provinciale, nei termini previsti dal codice di rito.

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