Sanità / Il caso

La disperazione di Sara nelle ultime lettere: "Al lavoro vivo nell'ansia"

Gli scritti ritrovati dai carabinieri a Cles nell'appartamento in cui viveva la giovane ginecologa scomparsa in marzo. Si tratta di parole da cui trapela la preoccupazione per le condizioni di lavoro: "Sono completamente bloccata e non posso proseguire". Nel frattempo i magistrati hanno ricevuto i contenuti del telefono della ragazza, ora al centro delle analisi

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TRENTO. La Procura di Trento ha ricevuto la copia forense del telefono di Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni scomparsa in Trentino lo scorso 4 marzo che - secondo la famiglia - avrebbe subìto pressioni psicologiche sul posto di lavoro, a Trento.

I contenuti del cellullare della donna saranno ora valutati dal pubblico ministero, Licia Scagliarini.

Frattanto si apprende che la dottoressa aveva lasciato degli scritti poco prima che di lei si perdessero le tracce.

Le lettere sono state ritrovate dai carabinieri nell'alloggio che la giovane ginecologa utilizzava a Cles, dopo essersi trasferita dal Santa Chiara di Trento all'ospedale in val di Non..

Si tratta di testi in cui Sara parla della situazione pesante al lavoro, nel reparto dell'ospedale Santa Chiara di Trento.

Il contenuto è stato diffuso in esclusiva dal Settimanale Giallo di questa settimana (in edicola da ieri).

«L’esperienza a Trento doveva essere formativa, purtroppo ha generato in me un profondo stato d’ansia, a causa del quale sono completamente bloccata e non posso proseguire.

I risultati ottenuti sono solo terrore.

Sono stata addirittura chiamata a colloquio perché ho perso troppo peso», scrive fra l'altro Sara nelle lettere ritrovate.

Il telefono della ragazza era stato trovato nella sua auto parcheggiata al confine tra il comune di Cis e quello di Cles, nelle vicinanze del ponte sopra il torrente Noce, che con la sua corrente porta al lago di Santa Giustina.

La zona è tristemente nota per i suicidi ed è sul fondale fangoso del lago che si concentrano le operazioni, rese però difficoltose dal basso livello dell'acqua nel periodo estivo.

Tra marzo e aprile, per cercare la ginecologa di Forlì che lavorava all'ospedale Santa Chiara di Trento, erano stati impiegati anche i cani specializzati nella ricerca di cadaveri in acqua.

Da Genova, inoltre, era intervenuto il Nucleo dei carabinieri subacquei con un eco-scanner e anche i sommozzatori dei vigili del fuoco erano stati impegnati nelle ricerche.

Il fiuto dei cani molecolari aveva portato all'inizio del ponte di Mostizzolo, poco distante dal luogo dove il 4 marzo scorso era stata trovata l'auto di Sara Pedri. Le unità cinofile si sono fermate nei pressi di un dirupo alto una cinquantina di metri a cui si accede dalla pista ciclabile ma nessun corpo è stato trovato.

Intano si è conclusa la visita visita degli ispettori mandati dal ministro Speranza nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Trento e si attendono le audizioni dell'Ordine dei medici di Trento, previste alla fine di luglio, ed i risultati della commissione interna costituita dall'Azienda sanitaria per chiarire le dinamiche interne al reparto dove lavorava la giovane ginecologa.

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