La Corte dei Conti bacchetta l'Apss

di Patrizia Todesco

Nessuna grave irregolarità contabile, bilancio con utile, eppure nelle 140 pagine che il magistrato istruttore della Corte dei conti Gianfranco Postal ha illustrato ieri mattina alla presenza dell’assessore Luca Zeni, del direttore amministrativo Franco Debiasi e del dirigente provinciale Silvio Fedrigotti sono molte le criticità riscontrate dalla sezione di controllo della Corte dei conti sul bilancio dell’Azienda sanitaria relative alla gestione finanziaria 2014.
La situazione contabile è solida, ma nella sua relazione il consigliere Gianfranco Postal - nel collegio con Massimo Agliocchi ed il presidente Diodoro Valente - ha evidenziato gli aspetti più salienti che dovrebbero innescare «conseguenti misure correttive o di miglioramento» da parte dell’Apss.

Innanzitutto la spesa pro-capite per la sanità trentina che ammonta a 2.243 euro (+4,65% nell’ultimo quinquennio), superiore del 17% del valore pro-capite a livello nazionale pari a 1.829 euro. Crescono, del 6,9%, anche i costi per l’assistenza specialistica, in larga parte dovuti all’avvio del Centro per la protonterapia. Di stretta attualità, con riferimento ai presidi medici sul territorio, è l’osservazione sui costi dell’assistenza ospedaliera legata anche una mobilità sanitaria negativa (il saldo è di meno 16 milioni di euro). In sostanza: la spesa è tra le più alte in Italia ma ci sono pazienti trentini che preferiscono farsi curare fuori provincia. «Tale situazione - si legge nella relazione - conferma l’assoluta necessità di porre in atto misure di riorganizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera, in grado di incrementare efficacia e sicurezza». Ad essere considerati, secondo il relatore Postal, sarebbero poi alcuni profili di valutazione della qualità del servizio ospedaliero in alcuni settori di attività. Sarebbero emersi, per quanto riguarda le strutture trentine, indici che hanno evidenziato un chiaro segnale di criticità.

Criticità più specifiche, rileva ancora la Sezione di controllo, riguardano gli acquisti di beni sanitari (+1,86%), gli acquisti di protesi in convenzione (+ 3,41%) «per i quali si ribadisce la necessità di un attento monitoraggio», e la spesa per il personale, in controtendenza con la diminuzione del costo del personale a livello nazionale, influenzata dalla diversa tipologia di contratti di lavoro in ambito sanitario presenti in Trentino. La Sezione di controllo ricorda inoltre l’obbligo, per l’Apss, di «monitorare sistematicamente, in particolare, i tredici contratti che riguardano i principi attivi-farmaci, i cui prezzi non sono rispondenti ai prezzi di riferimento dell’Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e per i quali il collegio sindacale segnala valori di acquisto superiori di oltre il 20% ai corrispondenti prezzi di riferimento».

Occhi puntati e critici anche sul centro di prontonerapia. «Occorre che l’Azienda assuma tute le misure necessarie per inserirlo nell’ambito delle strutture sanitarie nazionali di alta specializzazione, al fine di renderlo pienamente funzionante e funzionale agli effettivi bisogni di assistenza sanitaria nel campo dei tumori e quindi di consentirne il finanziamento attraverso la valorizzazione e fatturazione delle prestazioni erogate».
Quanto al bilancio, il patrimonio netto è pari a 538 milioni e 134.633 di euro, con un decremento di circa 24,5 milioni di euro, il 4,35% in meno al precedente esercizio, ed un valore della produzione pari a 1 miliardo 25 milioni e 387.992 euro, con un utile - in leggero calo - di 17.269 euro.


«Confermato il buon livello della sanità trentina, anche se con dei costi maggiori rispetto ad altre realtà. Alcuni sono per scelta politica, in modo da garantire standard più alti, altri invece possono andare ad incidere sull’efficienza della macchina e dell’organizzazione. Le osservazioni che sono state fatte vanno nella direzione che stiamo cercando di seguire, quindi la valutazione è certamente positiva». Lo ha detto l’assessore provinciale alla salute, Luca Zeni, commentando i contenuti della relazione della Sezione di controllo della Corte dei conti.

«Continua la strategia di smantellamento del sistema sanitario trentino». Lo afferma in una nota il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi. «Il sistema sanitario trentino è uno dei più costosi d’Italia - afferma Degasperi - e l’Apss (secondo i dati della Federazione Asl italiane) ha a disposizione 2.107,77 euro per ogni assistito contro una media italiana di 1.444,52 euro.

 

Considerato che la qualità non appare diversa da quella offerta da chi spende molto meno (Lombardia e Veneto destinano rispettivamente 1.252,32 e 1.614,26 euro per assistito), l’unica giustificazione potrebbe trovarsi nelle oggettive difficoltà legate al mantenimento dei presidi sul territorio che, oltre a rispondere alle necessità dei residenti, svolgono un’importante funzione nei confronti di chi sceglie il Trentino come meta di vacanza. Alla luce delle scelte odierne i costi della sanità trentina sono ancora meno comprensibili».

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