Le mamme rivane e il ritorno della "grattarola" sul Garda

Il parassita produce un'infiammazione simile a quella di una puntura di zanzara, che dura lo spazio di un paio di giorni e può essere nel frattempo abbastanza fastidiosa. Difficile, peraltro, intervenire. La cercaria - se di questo si tratta - si fa più pericolosa quando la popolazione degli uccelli acquatici cresce notevolmente. Anatre, folaghe e cigni sono molto numerosi sul Garda e sono diventati sempre più socievoli con i bagnanti. Ma una riduzione della popolazione di palmipedi potrebbe risultare quantomeno impopolare.

di Davide Pivetti

anatreRIVA - Allarme delle mamme rivane dopo i primi bagni al lago in quel di Riva. Il picco di calore della settimana scorsa, poi rapidamente rietrato per il meteo sfavorevole, sembra aver riportato sulle rive del lago il fenomeno della cosiddetta "grattarola", termine rivanissimo con cui in città si identifica un parassita (la cercaria) che si annida negli uccelli acquatici e può interessare anche l'uomo. Le mamme segnalano ripetuti casi sospetti, in parte confermati anche da una pediatra, e hanno interessato sia l'Ufficio igiene che il Comune.


Il parassita produce un'infiammazione simile a quella di una puntura di zanzara, che dura lo spazio di un paio di giorni e può essere nel frattempo abbastanza fastidiosa. Difficile, peraltro, intervenire. La cercaria - se di questo si tratta - si fa più pericolosa quando la popolazione degli uccelli acquatici (sui quali è temporaneamente ospite) cresce notevolmente. Anatre, folaghe e cigni sono molto numerosi sul Garda e sono diventati sempre più socievoli con i bagnanti (quindi avvicinandosi sempre più). Ma una riduzione della popolazione di palmipedi - solitamente molto amati e comunque sempre tollerati da rivani e turisti - potrebbe risultare quantomeno impopolare.

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