Ormai a Cavalese si nasce ovunque

Ormai a Cavalese si nasce ovunque

di Lucio Gardin

Ormai non è più un segreto. Bolzano viaggia a una velocità doppia rispetto a Trento. Loro hanno il Pil, noi siamo dePilati. In Alto Adige aprono al tunnel del Brennero, in Trentino chiudiamo ai punti nascita. C’è un po’ di differenza. Nelle valli non possono più fare figli. Era uno dei pochi divertimenti che gli erano rimasti. Ormai a Cavalese partoriscono dove capita, nei bar, alla fermata dell’autobus, sulle piste da sci, dal fruttivendolo (torneremo ai bambini nati sotto i cavoli).

Una signora di Villa Rendena per partorire è stata portata in elicottero a Verona. Per fortuna non voleva fare il parto in acqua altrimenti la portavano direttamente a Venezia e la scaricavano in qualche Canale. Non so quanti lo sanno, ma lo scorso Natale nel presepe vivente di Arco non hanno potuto far nascere Gesù Bambino in ottemperanza alla chiusura del punto nascita. Uno studio ha stabilito che per arrivare a Betlemme ci vogliono solo 29 minuti, e quindi Maria ha partorito a Rovereto.

Che poi a dirla tutta, con la viabilità di Rovereto, i 29 minuti non bastano neanche per capire a chi dare la precedenza al primo incrocio che trovi. Tempo fa c’è stato qualcuno che protestava contro la chiusura dei punti nascita: è sceso in piazza, rimostranze, lamentele, picchetti, è andato in Provincia con un flobert caricato a sale... Ha rotto così tanto le scatole che si è miracolosamente ritrovato presidente dell’A22. Ed è per questo che ho deciso di protestare anch’io per i punti nascita. Farò picchetti, mi lamenterò, scenderò in piazza ogni giorno; non dico presidente, ma se mi salta fuori anche un telepass gratis... Ad ogni modo io sono d’accordo sui tagli alla sanità.

Anzi, propongo di eliminare anche le macchine per le ecografie. A cosa serve l’ecografia se tutte le foto dei bambini nell’utero sono identiche? Basterebbe usare un’ecografia degli anni 50 e far girare quella, sai che risparmio. E nessuno se ne accorgerà perché le ecografie moderne sono ancora in bianco e nero. Naturalmente, i medici dovranno in ogni caso procedere di rito per salvare le apparenze: spalmare la gelatina sulla partoriente, muovere quella specie di mouse per pance, e poi indicare un punto a caso sullo schermo e dire: «Guardate questa è la testa!».

La maggior parte dei mariti, non solo non vede nessuna testa ma non vede neanche il resto del corpo (io guardando l’ecografia di mio figlio pensavo fosse lo sbarco sulla luna alla tv), però in ogni caso tornerà a casa soddisfatto con la foto di quello che crederà essere suo figlio ma che in realtà è un geometra di 84 anni a cui pagano ancora i diritti d’autore per quella foto. E gli ha appena fregato il parcheggio.

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