La storia / Il ricordo

Il ricordo di Neva Casata, 92 anni: «Vi parlo di mamma, sopravvissuta all'affondamento del Titanic»

Fino al 2000 Neva non ne ha voluto sapere di andare per mare. Poi si è decisa, facendo diverse crociere. «Ogni volta che salgo a bordo, il mio pensiero va a Sebastiano, il primo marito di mia madre e il padre di mia sorella. E lo ricordo sempre facendo celebrare una Messa nella chiesetta della nave»

CINTE TESINO. Sono trascorsi 110 anni. Era il 15 aprile del 1912 quando, nell'Oceano Atlantico, affondò il Titanic, la nave "inaffondabile" partita da Southampton con destinazione New York. Ben 1.594 i morti di quell'immane tragedia, tra loro anche l'uomo più ricco del mondo di quell'epoca. Tra i pochi superstiti ci fu la mamma di Neva Casata, oggi 92enne, originaria di Altopascio, in Toscana, ma profondamente legata a Cinte Tesino.

Mamma Argene, infatti, in seconde nozze sposò Antonio Oreste Casata, di Cinte Tesino. Antonio Oreste faceva il moléta e successivamente aprì in Toscana un negozio di coltellerie. Oggi Neva vive a Villafranca, nel veronese, ma in Tesino ha una casa dove ha trascorso molte estati. «Non ci torno da due anni ma spero di salirvi presto - ci racconta - perché lassù e in Valsugana si sta davvero bene".

Il suo destino è profondamente legato al Titanic. Su quella nave, la mamma Argene Genovesi perse il primo marito. «Si era sposata da pochi mesi con Sebastiano Del Carlo, Erano salpati dall'Inghilterra per tornare in America dove lui lavorava. La partenza era prevista da Genova ma, per motivi di lavoro di Sebastiano, venne anticipata al 10 aprile. Avevano due biglietti di seconda classe sul Titanic».

Neva ci racconta un aneddoto. «Quando cambiarono la partenza, nonna Ginevra era contraria. Aveva uno strano presagio, in sogno aveva visto la nave affondare in mare». Ma la coppia non ci fece caso. Dopo cinque giorni di mare, in piena notte, il Titanic venne inghiottito dall'Oceano: mamma Argene venne fatta salire sulla scialuppa di salvataggio dal marito. «Ricordava anche il numero di quella scialuppa, l'11. Sebastiano la prese in braccio dicendole che l'avrebbe raggiunta poco dopo. Non si videro più».

Il corpo di Sebastiano Del Carlo venne trovato diversi giorni dopo. Argene Genovesi era incinta di due mesi. A novembre nacque la prima figlia: la chiamò Salvata. In questi ultimi anni Neva Casata ha raccontato tante volte la storia di mamma Argene. «Quando rientrò in Italia, per tanti anni visse con la famiglia in Toscana fino a quando - prosegue nel suo racconto questa arzilla signora di 92 anni - conobbe mio padre, Antonio Oreste». Siamo verso la fine degli anni '20. Nel 1928 nasce il figlio Rodolfo, due anni dopo arriva anche Neva. «Io venni ala luce quando mia madre aveva 44 anni e ricordo che, in quelle occasioni in cui si parlava del Titanic, dialogava spesso con mia sorella Salvata. Tra i suoi ricordi, quelli di una nave dove tutto era all'insegna del lusso».

A bordo c'erano 37 italiani, e quasi tutti lavoravano come camerieri e aiuto cuochi nel ristorante. Dormivano in terza classe, tranne Argene e Salvatore che avevano una cabina in seconda classe. Solo quattro italiani si salvarono. Una di loro era, appunto, la mamma di Neva Casata, deceduta nel 1970 all'età di 84 anni. Otto anni dopo morì anche il fratello Rodolfo.

«Ricordo con grande affetto l'amore che univa mio padre a mia sorella Salvata. Lei non era riuscita a conoscere il padre biologico, ma tra loro due c'era davvero un legame profondo». Salvata è morta nel 2008 all'età di 96 anni.

Fino al 2000 Neva non ne ha voluto sapere di andare per mare. Poi si è decisa, facendo diverse crociere. «Ogni volta che salgo a bordo, il mio pensiero va a Sebastiano, il primo marito di mia madre e il padre di mia sorella. E lo ricordo sempre facendo celebrare una Messa nella chiesetta della nave». Neva Casata non riuscirà mai a separarsi dal Titanic. Con quella nave in fondo all'Atlantico, c'è un profondo e indissolubile intreccio di vita.

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