Fauna / La storia

Bentornati ibis eremiti, Agada e Paride in Valsugana si trovano bene, l’appello: «Non avvicinateli, lasciateli tranquilli» - FOTO E VIDEO

Da secoli erano estinti in Europa, un progetto internazionale ha insegnato loro a migrare al seguito di velivoli ultraleggeri. E adesso che hanno «imparato», lo fanno spontaneamente

IL PROGETTO Lo spettacolare volo di 28 esemplari guidati dal deeltaplano a motore

di Gigi Zoppello

VALSUGANA. Agada e Paride sono tornati: la primavera ha riportato gli ibis eremita del progetto europeo Life 20 a Castelnuovo e Carzano.

E’ infatti in corso la migrazione primaverile dell'ibis eremita e già alcuni esemplari hanno raggiunto le loro colonie riproduttive in Austria e Germania.

Oramai in Trentino  iniziano a diventare sempre più presenza fissa essendo situato lungo la rotta migratoria.  

Anche Salvatore, un altro esemplare che si era fermato in zona Mattarello per qualche giorno, è ora arrivato nell' area riproduttiva.

Anche quest'anno l'Ibis eremita si riposa su un balcone di Mattarello

Ormai è un affezionato di quei balconi: anche quest'anno un Ibis eremita, di passaggio sul nostro territorio, ha fatto tappa a Mattarello, e sempre sostando su un balcone. Evidentemente apprezzano l'accoglienza dei residenti...

L’ obiettivo del progetto rimane la fondazione di 4 colonie e  la popolazione dovrebbe arrivare a 350/400 esemplari e così - secondo dei modelli di dinamica di popolazione – a questo punto sarà in grado di vivere automaticamente.

L’ ibis eremita è un uccello migratore originario dell' Europa Centrale, meridionale, dell' Africa settentrionale e della Penisola arabica ed e stato sterminato nel diciassettesimo secolo.

Oggi è rimasta una sola popolazione selvatica in Marocco che ha abbandonato il comportamento migratorio ed è stanziale. Pertanto l’ibis eremita è una delle specie d’uccelli più minacciate al mondo.  

Pertanto Agada e Paride non vanno assolutamente avvicinati o disturbati  Sono costantemente monitorati dai volontari di «NBI migration bentornato ibis» e dai ricercatori che ne seguono il tracciamento dato che oltre che gli anelli identificativi sono dotati di un trasmettitore GPS che invia a intervalli regolari la loro posizione.

Questi ibis hanno «imparato» nuovamente a migrare grazie al progetto internazionale, che ha «guidato» i giovani esemplari in cielo, con due velivoli ultraleggeri che i volatili hanno impratao a riconoscere e a seguire come loro «guida». Ed ora che l’hanno imparato, sono in grado di ripeterlo da soli.

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