Diecimila piantine in Marcesina per far rinascere il bosco abbattuto da Vaia

di Massimo Dalledonne

 La chiamano la «Finlandia d’Italia». Per il clima rigido, anche se la quota media è di appena 1.400 metri sul livello del mare, presente nella piana della Marcesìna, l’altopiano che si estende tra Veneto e Trentino.
Qui c’è uno dei cantieri forestali più estesi delle Alpi, sicuramente il principale del Trentino. Diverse imprese lavorano 24 ore al giorno sugli alberi schiantati dalla Tempesta Vaia. Fra il 28 e il 29 ottobre 2018 sono finiti al suolo circa 300 mila metri cubi di legname, in particolare abete rosso: circa il 10% di tutti gli schianti in Trentino.
E proprio qui, sul territorio del comune di Grigno dove si contano circa 900 ettari di foresta danneggiati di cui 700 completamente abbattuti, il Servizio provinciale Foreste e Fauna sta lavorando alla rinascita. Un cantiere davvero speciale, attivo incessantemente. Attraverso le strutture tecniche periferiche, in sinergia con imprese locali, i forestali hanno continuato a garantire la manutenzione sia straordinaria che ordinaria delle opere di infrastrutturazione presenti nel territorio boscato, garantendo la transitabilità di strade, piazzali e vie di penetrazione per consentire senza soluzione di continuità lo sgombero dell’ingente massa legnosa atterrata. La sicurezza viene garantita da piazzole per l’elisoccorso, temporanee, a servizio degli otto macrolotti nei quali è stata suddivisa l’ampia area.
Nella parte sommitale, alla fine dell’estate è stato preparato il terreno in un’area di 5 ettari, per la messa a dimora di 10.000 piantine, prevalentemente larici ma anche faggi e altre latifoglie, che andranno a rigenerare la foresta perduta. Il lavoro è stato effettuato dai forestali trentini, in particolare dagli operai dell’Ufficio Distrettuale di Borgo Valsugana, fra la metà di ottobre e la metà di novembre. La previsione è di proseguire in primavera, appena le condizioni meteo lo consentiranno, su altri lotti individuati all’interno dei 600 ettari schiantati. Ci vorranno molti anni, ma piano piano l’effetto devastante di Vaia verrà mitigato dalla ricrescita delle nuove piantine, selezionate appunto fra le specie più resistenti ed adatte alla zona.
La zona della Marcesina riveste una notevole importanza dal punto di vista storico e naturalistico, sono presenti inoltre due torbiere, ambienti umidi protetti inseriti dall’Unione Europea nelle aree Sic, con particolarità botaniche e faunistiche per una superficie di 840 ha. Le due torbiere hanno la caratteristica di avere un diverso stadio d’evoluzione, e costituiscono un interessante biotopo relitto di un complesso di aree umide un tempo molto più esteso.
Tra le specie rare ed endemiche vanno annoverate le piante carnivore (quali la Drosera rotundifolia) e il relitto artico Andromeda polifolia, quest’ultima scoperta per la prima volta proprio a Marcesina nel 1703. È presente inoltre una ricchissima fauna invertebrata; l’area è inoltre un importante sito per la sosta di un considerevole numero di uccelli migratori legati all’ambiente acquatico.
I boschi di abete rosso che circondano il pianoro costituiscono invece l’habitat di numerosi mammiferi: sono presenti il capriolo, il cervo, la volpe, il tasso, la faina, la martora, l’ermellino, l’arvicola delle nevi e i pipistrelli molosso di Cestoni, orecchione bruno e rinolofo maggiore. Nel 2006 è stato riavvistato anche l’orso (scomparso dall’altopiano nel 1856) mentre negli anni successivi è tornato il lupo.

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