Impianti chiusi ma tanta neve Panarotta invasa dalle slitte

di Luigi Oss Papot

La si potrebbe considerare una sorta di «protesta non violenta» per la chiusura degli impianti di risalita del comprensorio sciistico: in Panarotta, durante questo fine settimana di maltempo per il fondovalle, è caduta una spessa coltre di neve fresca che avrebbe fatto strabuzzare gli occhi di gioia sia agli appassionati di sci che alla società che gestisce gli impianti. Un ponte dell'Immacolata con delle condizioni così propizie non si vedeva da anni.

Una vera e propria manna dal cielo che però, per le note restrizioni sanitarie introdotte con l'ultimo decreto del presidente del consiglio, rimane appannaggio di poche persone: quelle poche che, nonostante la neve copiosa, hanno deciso di salire comunque in quota (riempiendo il parcheggio come fosse una normale domenica di sciate) e dedicarsi allo scialpinismo (pochi) non senza prendersi qualche rischio a causa del pericolo marcato per le valanghe, e principalmente per qualche ora con la famiglia inforcando non gli sci ma le slitte ed i bob, per la gioia soprattutto dei più piccoli.

Ed ecco quindi che le piste, non battute, sono diventate un paradiso per chi non ha voluto rinunciare a scivolare sulla neve, soprattutto per i bambini che, assieme ai loro genitori, hanno voluto passare qualche ora di divertimento immersi nella neve. Nulla di «fuori legge», perché le seggiovie sono ferme: ciò testimonia solamente il desiderio di uno svago, nonostante l'emergenza, ed anche l'affetto, così come lo definisce il presidente della società Matteo Anderle, che i locali provano nei confronti della montagna.

«Anche oggi (ieri, ndr) il parcheggio è pieno - commenta Matteo Anderle - e questo ci rincuora almeno in parte, perché è sintomo che la Panarotta è comunque cercata dalle persone. Ci sarebbero state tutte le premesse per fare un'ottima stagione, ma quest'anno va così». E nonostante tutto, per il ponte dell'Immacolata, uno degli alberghi in località Compet, che era al completo salvo poi fioccare le disdette, ha ospitato 6 persone provenienti dal nord Italia: clienti affezionati alla ricerca di neve e tranquillità.

Tra l'altro, salvo modifiche alle disposizioni governative, il Comune di Vignola Falesina è uno di quei piccoli territori che si vedrà privare anche degli spostamenti il 25, 26 dicembre e 1 gennaio. Limitazioni che, per un territorio con così pochi abitanti, vengono viste come una beffa: «Non è corretto - sostiene Anderle - paragonare territori come questi a città metropolitane come Milano. Spero si arrivi a modificare le disposizioni perché già è dura, a queste condizioni diventa quasi impossibile lavorare». Anderle spiega che, viste le condizioni meteo, i pochi ospiti dell'albergo si sono rifugiati nell'area wellness, ma anche in questo caso si sono dovuti studiare ingressi scaglionati nel massimo rispetto della sicurezza per tutti. Restrizioni sì, dunque, perché la salute è sacrosanta, ma tali da non compromettere il lavoro di quanti cercano di tener viva la montagna, nonostante tutto.

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