Caldonazzo, fa irruzione a colpi di pistola nello studio del commercialista Pola

di Leonardo Pontalti

Ha seminato paura e tensione - pistola e coltello alla mano - per un pomeriggio intero, attraverso mezzo Trentino tra la valle di Non e la Valsugana: Ivan Hörmann, operaio di Mezzolombardo di 48 anni, in una giornata di follia ha, nell'ordine, tenuto in scacco per lunghi minuti una coppia di commercialisti - padre e figlio - esplodendo due colpi di pistola a terra, sparato contro una donna mancandola di poco, tentato di raggiungere i padroni di casa con intenti bellicosi e dato vita ad un inseguimento con i carabinieri. La sua fuga è terminata poco dopo le 17.30 a Mollaro, quando si è arreso ai militari dell'Arma. Gli davano la caccia da più di sei ore, dopo che - nella tarda mattinata - a Caldonazzo aveva fatto irruzione nello studio dei commercialisti Pola, Rinaldo e Christian, padre e figlio armato di un coltello da cucina e di una pistola, una Walther P38.
Nella mente di Hörmann, quasi certamente, la decisione di imboccare questa via senza ritorno era maturata da qualche giorno, dopo aver ricevuto nelle scorse settimane la notifica di sfratto dal suo appartamento del condominio Ines in via Chiesa a Mezzolombardo.

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Ieri in mattinata si è recato a Taio dagli attuali padroni di casa, non trovandoli. Si è così diretto a Caldonazzo, deciso a rivolgersi al commercialista attuale liquidatore della cooperativa edilizia di cui era diventato socio pagando una prima quota di 30mila euro per il suo alloggio. Poi le cose non erano proseguite per il verso giusto, tanto che il suo appartamento era finito all'asta, venendo acquistato dalla famiglia nonesa. Ieri Hörmann aveva così deciso di recarsi in Valsugana per pretendere di avere indietro, di fronte alla perdita della casa, almeno i 30mila euro. Alle 11 si è presentato al civico 4 di viale Stazione, nella bella palazzina dei Pola. Ha varcato il cancello in ferro battuto e attraversato il piccolo piazzale, presentandosi alle segretarie e chiedendo di poter parlare con i titolari. È stato ricevuto da Christian e, una volta all'interno del suo studio, il quarantottenne ha chiuso a chiave la porta.

A quel punto la sua rabbia ha iniziato davvero ad alimentare la follia. La discussione si è tramutata ben presto in scontro, con Hörmann che ha estratto la pistola, colpendo con il calcio il commercialista alle mani. Ha poi chiesto di poter parlare anche con il padre, Rinaldo, che è sceso dal piano superiore dello stabile. Di fronte a padre e figlio Hörmann si è fatto ancora più violento, tanto da arrivare ad esplodere due colpi di pistola: entrambi fortunatamente a terra, anche se a seguito di uno dei due un frammento del rivestimento del pavimento ha colpito Rinaldo Pola, ferendolo lievemente ad un piede: è stato poi trasferito al San Lorenzo di Borgo per le cure del caso.

Fuori di sé il quarantottenne ha poi deciso di andarsene, non prima di aver puntato la Walther P38 contro la moglie di Rinaldo, Lori Gasperi: non l'ha colpita, ma solo grazie al riflesso di lei che si è scostata quel tanto che è bastato. Il proiettile ha trapassato il mobile alle sue spalle e non vi sono, dunque, elementi per escludere la volontà da parte di Hörmann di uccidere. Ha poi guadagnato l'uscita, mettendosi alla guida della sua Volvo V50 bianca e ponendo fine così a dieci minuti di terrore, che alla famiglia Pola saranno apparsi molto più lunghi. I militari dell'Arma della stazione di Caldonazzo sono arrivati pochi istanti dopo: il 112 era stato chiamato nel frattempo da due delle segretarie che, udite le urla e il primo sparo, avevano lasciato lo studio correndo nella vicina biblioteca e dando l'allarme.

Subito i carabinieri capiscono di avere a che fare con un soggetto pericoloso e che, a causa delle motivazioni che lo hanno spinto ad agire, potrebbe mettersi sulle tracce di altre persone legate alle due vicende personali ed economiche. Mentre una nota di ricerca viene diramata a tutte le forze dell'ordine e viene fatto decollare anche l'elicottero, il comando provinciale dell'Arma dispone un piano di protezione per tutti i possibili obiettivi dell'operaio. In campo un vasto organico: mobilitate le compagnie di Borgo, Trento, Cles e le Aliquote di primo intervento, con uomini inviati a presidiare svariate abitazioni, tra cui ovviamente quella di viale Stazione e quella di Taio. 

È proprio in valle di Non che Hörmann arriva verso le 16.50, dopo ore passate a girovagare in auto. Arriva soltanto a suonare al campanello dei suoi padroni di casa, dopodiché vede avvicinarsi i carabinieri. A quel punto risale in auto, cercando di fuggire. Viene raggiunto a Mollaro, dopo una manciata di chilometri di inseguimento. Tenta di resistere barricato in auto per lunghi minuti dopodiché, alle 17.40 circa, si arrende: i militari dell'Arma lo immobilizzano trovandolo in possesso del coltello da cucina e della P38, con il colpo in canna che lascia pochi dubbi sui propositi che animavano il suo ritorno, dopo la prima visita mattutina, a Taio.

Condotto al comando provinciale di via Barbacovi a Trento e successivamente in carcere a Spini, Ivan Hörmann deve rispondere di una serie pesante di accuse. Sequestro di persona, minaccia aggravata e tentato omicidio, a cui va aggiunto il porto abusivo di armi: dopo essere stato in cura negli anni scorsi gli era stato ritirato il porto d'armi e deteneva dunque la P38 irregolarment

 


 

AGGIORNAMENTO: Si aggrava la posizione di Ivan Hörmann. L’uomo non ha sparato solo a terra, nello studio dei commercialisti Pola di Caldonazzo, ma anche un colpo ad altezza uomo. Per questo gli viene contestata anche l’accusa di tentato omicidio, oltre a quelle di minaccia aggravata, sequestro e porto abusivo d’armi.

AGGIORNAMENTO: è finita la caccia all'uomo scattata nel primissimo pomeriggio di oggi dopo la sparatoria allo studio Pola a Caldonazzo. L'uomo che ha sparato è stato fermato poco fa dai carabinieri in Predaia, in val di Non, a conclusione di una vasta caccia all'uomo che ha impegnato decine di carabinieri. L'uomo è Ivan Hörmann, 47 anni, di Mezzolombardo. Quando è stato arrestato, aveva la pistola ancora carica e con il colpo in canna e un coltello. All'orgine del folle gesto ci sarebbe un contenzioso legato all'acquisto di un'abitazione.

AGGIORNAMENTO: Sulla vicenda è intervenuto anche l’Ordine dei Commercialisti, con una nota:

«In attesa che siano chiariti i contorni della vicenda, il Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trento e Rovereto, Pasquale Mazza, esprime la solidarietà sua, dei colleghi del Consiglio Direttivo e dell’intera categoria nei confronti dei colleghi dello Studio Pola di Caldonazzo, dott. Rinaldo Pola e dott. Christian Pola, e dei loro collaboratori per quanto accaduto.
Non nasconde, inoltre, la profonda preoccupazione della categoria per il possibile ripetersi di simili episodi, stigmatizzando le drammatiche modalità con cui talvolta vengono gestite le controversie».

AGGIORNAMENTO: Il fatto è avvenuto intorno a mezzogiorno. L'uomo si è avvicinato allo stabile che ospita lo studio Pola, ha varcato il cancelletto d'ingresso e, una volta nell'atrio degli uffici, ha sparato tre colpi, pare contro il tappetino. Poi è scappato a piedi, correndo lungo la via verso la Stazione.

Secondo i primi elementi raccolti, si tratterebbe di una persona conosciuta dai titolari dello studio. Non un cliente, però.

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Sparatoria a Caldonazzo. A quanto si apprende, un uomo, armato di pistola, ha fatto irruzione nello studio dei commercialisti Pola, in viale Stazione, sparando diversi colpi di pistola contro le pareti (foto Alessio Coser).

Non ci sarebbero feriti.

Poi è fuggito dallo studio, gestito da Rinaldo Pola. Secondo alcuni testimoni, l'uomo, che indossava un cappotto nero, è scappato a piedi verso la stazione.

I carabinieri hanno disposto posti di blocco lungo tutte le strade di accesso a Caldonazzo, nel tentativo di intercettare l’autore.

L'uomo in fuga sarebbe un trentino di Mezzolombardo. 

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Notizia in aggiornamento.

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