La Provincia dà il via libera al bacino per le piste di Ces

La decina di servizi provinciali competenti tra cui l’Ente Parco, hanno deciso lunedì, in conferenza dei servizi, di dare via libera al bacino di innevamento per le piste di Ces, non ritenendo necessaria un’ulteriore procedura più complessa, la cosiddetta valutazione di impatto ambientale. Ciò conferma l’intenzione già espressa dall’assessore Michele Dallapiccola di poter cominciare i lavori entro la fine di giugno o al massimo i primi di luglio, e quanto detto nella riunione di giovedì scorso indetta da Imprese e Territorio (IT) srl per illustrare contenuti tecnici e primo step del protocollo con il fine di raccogliere un milione, un milione e mezzo di euro entro il 31 maggio e procedere all’avvio dei lavori attraverso Partecipazioni Territoriali srl.

E Paolo Boninsegna>, direttore della SITR srl, proprietaria degli impianti Cimon, Ferrari e Paradiso a Passo Rolle e presidente del Consorzio Impianti, che all’Adige aveva commentato i dati negativi registrati dal comprensorio sciistico (-2,5% di passaggi e -6,5 % di sciatori rispetto alla scorsa stagione), ne approfitta per ricordare che serve inserire tra le priorità del protocollo il collegamento con Rolle.

«Ma innanzitutto - dice al giornale - vorrei ringraziare i soci di Imprese e Territorio per aver mantenuto aperti in questi tre anni gli impianti di Ces e Colverde Rosetta che, altrimenti ad oggi sarebbero chiusi. Con il rischio e l’impegno che si sono assunti, hanno permesso all’intera valle di beneficiarne. Un beneficio di cui anche il Consorzio Impianti ha goduto, riuscendo a proporsi sul mercato dello sci con una ski area che sicuramente necessita di investimenti, ma è pur sempre una ski area, non una serie di impianti». Boninsegna si spiega con due concetti tecnici legati al mondo turistico dello sci: «Lo sciatore italiano o estero che viene sulle piste, paga un biglietto per sciare e quindi vuole che siano sempre all’altezza delle più rinomate località, da novembre a Pasqua». Ma i tour operator considerano solo le località che garantiscono almeno il 50% di piste aperte durante tutta la stagione.

«Anche il comfort di viaggio - continua - riveste un’importanza notevole e quindi gli impianti devono essere veloci e confortevoli. Questi due semplici aspetti sono alla base dello sci moderno a cui vanno sommati la possibilità per lo sciatore di spostarsi sci ai piedi alla scoperta dell’intera ski area, che deve avere almeno 80/100 km di piste collegate e una commercializzazione forte ed aggressiva». Perciò, sul progetto presentato è fiducioso: «L’ordine delle priorità coincide proprio con i concetti che sono alla base dello sviluppo delle località moderne. Credo che la partenza sia fatta con il piede giusto, quindi spero che tutti credano in questa opportunità che ci viene offerta per tornare nel mondo dello sci che conta e venga sottoscritto il capitale necessario a partire».

E conclude: «La mia speranza è che si raggiunga un numero di sottoscrizioni tale da poter anticipare quei lavori che all’interno del protocollo sono fondamentali come il collegamento e la pista di rientro da Rolle, che permetterebbero alla skiarea di raggiungere quel numero di chilometri di piste, in un contesto che rappresenta un valore non trascurabile nel business invernale».

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