Bacini montani al lavoro su Brenta e Rio Maggiore

LEVICO - Grossi lavori a Levico nelle ultime settimane da parte dei bacini montani; nonostante questo inverno anomalo e privo di precipitazioni, si provvede alla messa in sicurezza dei corsi d’acqua per cercare di prevenire possibili disastri causati da eventi atmosferici improvvisi e gravi.
In località Maines si sta sistemando il tratto del Brenta all’altezza della confluenza dei due rami provenienti dai laghi di Levico e Caldonazzo. L’intervento, che viene svolto periodicamente per contenere lo sviluppo del canneto, ha permesso di creare un grande spazio nell’alveo e ripulirlo dalle sabbie sedimentate provenienti dal torrente Centa. «Questa tipologia di interventi - ha detto Antonio Manica, responsabile della zona 4 che comprende anche il fiume Brenta - è svolta ordinariamente cercando di coniugare l’efficienza idraulica alle alte valenze ambientali del canneto. Per favorirne la ricrescita a partire dalla primavera prossima sono stati lasciati sul letto del fiume piccoli cumuli con rizomi dell’apparato radicale della pianta, e saranno necessari più anni prima che si ripropongano le condizioni per un nuovo intervento». Un’operazione dal costo di quasi 27.000 euro per assicurare buona efficienza idraulica, sopravvivenza del canneto, che è importante per mantenere l’habitat naturale delle specie che popolano l’alveo, e soprattutto per evitare disastri naturali a valle in caso di piene improvvise.
Intervento completamente diverso quello che interessa la parte alta della città, località Guizza, dove prende origine il Rio Maggiore. Si stanno realizzando specifiche opere destinate a trattenere grandi quantità di materiale solido e galleggiante che, nel corso di un evento estremo, potrebbe essere trasportato dal Rio. Si tratta dell’installazione di due «briglie filtranti» realizzate una dopo l’altra: una specificatamente destinata a bloccare il legname, l’altra per i detriti. Come ha ricordato Manica le briglie «vanno a integrare il già cospicuo e interessantissimo sistema di opere del bacino del Rio Maggiore costruite per aumentare la sicurezza dell’abitato di Levico». L’intervento, che si completerà nel corso del 2016 con la realizzazione della seconda briglia, è stato progettato ed eseguito dal Servizio Bacini montani con una spesa di 250.000 euro iniziali più il costo della manodopera. La cittadina conosce bene il potere distruttivo del Rio il cui corso era stato deviato lontano dal centro abitato, nella sua posizione attuale, proprio per porre rimedio alle numerose alluvioni verificatesi nel corso del 1800; le peggiori nel 1823, nel 1863 (ci furono quattro vittime tra la popolazione di Levico e  danni ingentissimi all’antico abitato ed alle campagne con una grande colata di detriti), e la storica inondazione generale nel 1882. Questi nuovi lavori di sistemazione idraulico-forestale alle nascenti del Rio Maggiore, si aggiungono quindi a quelli già esistenti che ressero alla violenta alluvione del 1966, e in particolare si inseriscono nella cunetta in massi realizzata tra la fine del 1800 e il primo decennio del 1900, in una perfetta integrazione tra opere storiche e opere nuove.

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