Fiori in consiglio provinciale contro la centrale a Novaledo

Ieri pomeriggio una delegazione di rappresentanti dei firmatari della petizione presentata al presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti ha incontrato i capigruppo dell'assemblea di piazza Dante per ribadire la contrarietà alla costruzione della centrale di produzione energetica

Ieri pomeriggio una delegazione di rappresentanti dei firmatari della petizione presentata al presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti ha incontrato i capigruppo dell'assemblea di piazza Dante per ribadire la contrarietà alla costruzione della centrale di produzione energetica a biomasse da parte dell'azienda Menz&Gasser.

Il gruppo ha consegnato agli esponenti politici trentini dei fiori bianchi accompagnati da un nastro sul quale compariva la scritta «La Valsugana vuole respirare». L'obiettivo dell'originale campagna era informare il consiglio provinciale sulle possibili implicazioni negative su ambiente naturale, salute pubblica e modello economico legate alla costruzione dell'impianto di cogenerazione, in un territorio già fortemente provato dall'inquinamento (sia per il traffico della superstrada, sia per le note situazioni dell'acciaieria di Borgo e delle discariche di veleni già oggetto di inchieste giudiziarie).

«Non abbiamo nulla contro la cogenerazione a biomassa - ha specificato il portavoce del comitato, Renzo Maria Grosselli - ma non possiamo fare a meno di evidenziare che la realizzazione di un bruciatore in una valle in cui la qualità dell'aria è già stata definita dalla stessa agenzia provinciale per l'ambeinte (Appa, oggi Sava) come "degna di attenzione" comporti alti rischi per la salute dei residenti. Quella ciminiera non farebbe solo male alla popolazione, ma potrebbe avere anche notevoli conseguenze sul turismo e sull'economia dell'intera valle».

Sempre ieri, rivolgendosi ai politici, i componenti della delegazione hanno ribadito la convinzione che l'investimento di Novaledo Energia (società ad hoc che fa capo a Menz & Gasser) si configura come business rivolto al mercato dell'elettricità, con un introito annuale stimato in una perizia dell'ingegnere Massimo Cerani, in circa 1,6 milioni di euro l'anno.

La consegna dei fiori bianchi ha fatto seguito alla presentazione formale della petizione che chiede lo stralcio della delibera provinciale che ha approvato la progettazione ed il finanziamento dell'impianto. Il documento, conferito nelle settimane scorse, era corredato da centocinquanta sottoscrizioni.
«L'Unione europea - ha aggiunto Grosselli - ha già avuto modo di far sapere come in certi casi la produzione di energia tramite biomasse possa essere fonte di significativo inquinamento dell'aria. Si veda a questo proposito il patto siglato dai presidenti di regioni e province autonome del Bacino del Po (compresi Ugo Rossi e Luis Durnawalder), con vari ministri del governo nazionale, per l'abbattimento degli alti tassi di inquinamento anche attraverso il "controllo" della proliferazioni di impianti a biomassa».

In proposito, ieri, non è mancato un acceso scambio di vedute fra membri della delegazione e l'assessore Mauro Gilmozzi, che ha difeso le ragioni dell'azienda produttrice di confetture (al momento sono occupati a Novaledo circa 120 lavoratori e si prevede un ampliamento).

Nei prossimi giorni la petizione transiterà dalla presidenza del consiglio alla seconda commissione legislativa che nell'arco dei prossimi mesi dovrà darà una sua risposta.

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