Alle medie di Borgo il ricordo delle partigiane Ora e Veglia

Nel 1977 la scuola media di Borgo Valsugana fu intitolata alle due partigiane del tesinoi Ancilla Marighetto "Ora" e Clorinda Menguzzato "Veglia", entrambe uccise dai nazisti e dai loro collaborazionisti locali. Per ricordare le due giovani morte nel nome della libertà e della democrazia, oggi, 22 aprile, si svolgerà un incontro con gli studenti, su iniziativa della dirigente scolastica Laura Froner e degli insegnanti Alessandro Turcato, Mattia Cipriani e Angelo D'Onghia.

La vicenda delle due martiri trentine, entrambe partigiane inquadrate nel battaglione Gherlenda della brigata bellunese Gramsci, sarà rievocata dallo storico Giuseppe Sittoni, autore di un volume sulle vicende della lotta di Liberazione in Tesino e in Valsugana.

Dopo l’8 settembre 1943 Belluno, Trento e Bolzano vennero annesse alla Germania con l’istituzione della Zona di operazioni delle Prealpi. In provincia di Belluno, dove fin da subito si organizzò una forte opposizione, il regime era feroce e anche la zona del Feltrino visse anni terribili insieme al resto del Bellunese, fra rastrellamenti, uccisioni, torture, arresti, deportazioni, rappresaglie sui civili, paesi incendiati, un migliaio di morti.

A più riprese i comandi militari partigiani avevano tentato di allargare il raggio d’azione verso il vicino Trentino, ma in loco trovarono sempre condizioni difficili per radicarvi la Resistenza. Lo scenario parve modificarsi nel giugno ’44, quando un piccolo gruppo di giovani, compresi vari ex militari, si incamminò verso est per contattare «Bruno», il comandante della brigata «Gramsci», Paride Brunetti, ex ufficiale dell’esercito, che guidava un migliaio di partigiani bellunesi nella zona della Busa di Pietena, sulle Vette Feltrine, appena oltre il crinale di confine con il Trentino.

Il sottotenente degli alpini Isidoro Giacomin «Fumo», di Fonzaso (Belluno), fu incaricato di mettere insieme la nuova compagnia: una ventina di giovani bellunesi si spostarono per unirsi con altrettanti ragazzi del Tesino e della Valsugana, nella unità militare intitolata a Giorgio Gherlenda «Piuma», un partigiano catturato poco prima dai nazisti a Ponte Oltra e poi fucilato.
Il neonato gruppo di resistenti si attestò a Costabrunella, in Tesino, e c’erano anche due ragazze: Clorinda Menguzzato «Veglia», diciannovenne, e Ancilla Marighetto «Ora», 17 anni, che fra i compagni di lotta aveva anche il fratello Rodolfo «Menefrego».

Al passo Broccon, valico a quota 1.600 slm, tra Tesino e Vanoi, vive la la memoria di questa formazione partigiana, emanazione della vicina brigata bellunese «Gramsci»: fu qui che si ritrovò, nel novembre 1944, il piccolo gruppo di combattenti rimasto in montagna dopo i rastrellamenti e lo scontro a fuoco con i nazisti (pagine narrate dallo storico Sergio Sittoni nel suo volume «Uomini e fatti del battaglione Gherlenda»).

Erano ragazzi ormai noti agli occupanti e dunque per loro tornare a casa sarebbe stato come consegnarsi al nemico. Decisero di proseguire la lotta, preparandosi a trascorre l’inverno sul Lagorai e progettando una serie di azioni di sabotaggio: uno di loro, «Tom» da Lamon, era un esperto e mesi prima aveva orchestrato un colpo (richiesto dal Cln di Belluno) che paralizzò la centrale elettrica delle Moline, in comune di Sovramonte.L’obiettivo era disturbare la macchina da guerra tedesca che si organizzava per contrastare l’avanzata verso nord degli Alleati.

Nella pattuglia di partigiani trentini e bellunesi c’era anche quella ragazzina di Castello Tesino, Ancilla Marighetto «Ora», 17 anni, che in paese due mesi prima aveva visto fucilare il padre Giacomo e finire in fiamme l’abitazione di famiglia. Il gruppo si attestò non lontano dal passo, in una baita semidiroccata in val Càora, presso il Col dell’Om.
Un posto protetto, dove però il sole non batteva quasi mai e quell’inverno del 1944 era freddo e molto nevoso. Non era facile sopravvivere in quelle condizioni e bisognava anche scendere nei paesi in cerca di cibo. All’inizio dell’anno nuovo i ragazzi decisero di trasferirsi in un’area soleggiata, verso il crinale di confine col Bellunese, vicino al monte Coppolo.

In questo breve spostamento fecero tappa qualche giorno a malga Valarica di sotto. L’edificio, oggi ristrutturato dal Comune di Cinte, si trova in un’ampia radura, fra il monte Coppolo e il Broccon. La si raggiunge facilmente a piedi in un’oretta partendo dal passo, nei pressi dell’albergo Pizzo degli Uccelli che fra l’altro fu dato alle fiamme dai nazisti nell’autunno 1944, perché il gestore accoglieva i partigiani. Ci si dirige verso malga Arpaco (stradina aperta anche alle auto) poco prima della quale si segue sulla destra la segnalatica per la mulattiera verso malga Valarica di sopra (1.700 slm) e monte Coppolo (2.069).

Dopo poche centinaia di metri si lascia la mulattiera per scendere a sinistra verso la vicina Valarica di sopra e qui si troverà il sentiero che scende nel bosco verso l’omonima malga di sotto (1.600 slm), dove pochi anni fa è stata finalmente affissa una targa che ricorda la partigiana «Ora». Dal passo scende anche una strada forestale, percorribile in mtb.

La giovane fu uccisa il 19 febbraio 1945, in seguito a un’imboscata nazista: il gruppo fu sorpreso a malga Valarica di sotto da una pattuglia del Corpo di sicurezza trentino, sceso dal Broccon, che nel fuggi fuggi sulla neve, tra gli abeti, riuscì a catturare la sola Ancilla Marighetto.

Vi fu un inutile interrogatorio condotto dal capitano Ss austriaco Karl Julius Hegenbart, noto torturatore rimasto (come molti) impunito e morto serenamente nel 1990 in Austria. Poco dopo «Ora» fu uccisa con un colpo alla testa da un miliziano originario della valle di Fiemme.

Quattro mesi prima, a Castello Tesino, gli stessi nazisti del Cst avevano arrestato (presso Celado, Castello Tesino), seviziato e fucilato l’altra ragazza trentina, Clorinda Menguzzato «Veglia», e il suo fidanzato Gastone Velo «Nazzari» di Feltre. Veglia, partigiana operativa, prese parte fra l'altro al famoso assalto alla caserma del Corpo di sicurezza trentino di Castel Tesino (furono asportate armi e munizioni, fatti prigionieri e poi rilasciati al passo Brocon una cinquantina di miliziani autoctoni arruolati dai nazisti). Partecipò, poi, anche al combattimento che il giorno seguente fu scatenato dall'offensiva dei nazisti, che per ritorsione tentarono di smantellare l'accampamento partigiano a Costabrunella (il confronto a fuoco fu interrotto dal sopraggiungere della nebbia).

Veglia fu catturata l'8 ottobre 1944 da una pattuglia del Corpo di sicurezza trentino, mentre si stava dirigendo insieme con il vicecomandante partigiano Nazzari verso la località Zuna, dove i Menguzzato avevano una casa di campagna, per nascondersi in vista di un annunciato rastrellamento. Il giorno seguente Castello Tesino si trovò in stato d’assedio, circondato da circa cinquecento fra soldati e poliziotti del Cst. Una volta in mano ai nazisti, Veglia fu violentata, fatta azzannare da cani feroci e torturata dal capitano Ss Karl Julius Hegenbart e dai suoi assistenti perché rivelasse le basi della Resistenza. Venne fucilata perché si rifiutò di tradire i suoi compagni .

 

comments powered by Disqus