Scuola / Tecnologia

Cellulare sequestrato a scuola, la preside: “Il padre è partito in quarta, minacciando subito la causa”

Il genitore ha citato in giudizio la dirigente scolastica e la prof che ha requisito il telefonino al figlio undicenne, dopo che era squillato dopo l’ora di religione

IL FATTO Cellulare sequestrato al figlio, il padre denuncia
IL SONDAGGIO Tutti dalla parte della preside 
IL PARERE Niente cellulari in classe, studenti scettici
LO STOP Circolare del ministero, basta cellulari a scuola

di Giancarlo Rudari

VALLAGARINA. «L'obiettivo non è quello di imporre un atteggiamento sanzionatorio nei confronti dell'alunno o della famiglia, quanto piuttosto quello di stimolare un'azione educativa per i ragazzi e di responsabilità dei genitori nell'uso dello smartphone. Per questo il telefonino vogliamo restituirlo direttamente ai genitori».

La dirigente scolastica di un istituto lagarino che, con l'insegnante di religione, ha sequestrato ad un alunno di 11 anni il telefonino squillato durante la lezione, replica così alla denuncia del padre che ha deciso di proporre un'azione legale nei confronti di preside e docente.

«Giusto richiamare, anche con una nota, mio figlio che ha sbagliato a non spegnere il telefonino, e giusto anche sequestrarglielo fino al termine delle lezioni, ma alla fine della mattinata glielo dovevano restituire. Perché con lui tengo i contatti proprio via telefono, visto che non possiamo vederci tutti i giorni (i genitori sono separati, ndr), e perché serve nelle comunicazioni scuola-famiglia, e perché mi dà la sua posizione se dovesse trovarsi in difficoltà. Il sequestro - afferma il papà senza ombra di dubbio - è illegittimo. Lo hanno affermato sia il ministero dell'Istruzione che il garante della privacy...».

Secondo la dirigente scolastica, invece, il sequestro è stato del tutto legittimo «visto che lo prevede il regolamento della scuola e considerato che nessun testo legislativo lo vieta. Con i genitori, attraverso il regolamento, abbiamo stabilito un patto di responsabilità, nel senso che riteniamo fondamentale il loro coinvolgimento nell'aspetto educativo della scuola, che passa anche attraverso queste azioni. Inoltre il regolamento è importante anche per stimolare i ragazzi a quello che si fa in classe. La restituzione ai genitori del telefonino sequestrato all'alunno rappresenta un momento su cui soffermarsi a livello educativo, per ragionare assieme sulla funzione della scuola. Questo mi auguro sia compreso bene da parte dei genitori».

Cosa che, a detta della dirigente scolastica, non sarebbe avvenuta con il papà dell'alunno di prima media, «che ha avuto una reazione spropositata ed è partito in quarta annunciando un'azione legale: un atteggiamento simile non fa bene al ragazzo».

La scuola aveva avvisato subito la mamma, che si è presentata a scuola il giorno seguente, ma in assenza della dirigente non è stato consegnato il telefonino. Si è dovuto così attendere il lunedì, quando è andato il padre a scuola per incontrare direttamente la preside.

«A noi interessa un confronto con i genitori, anche al telefono se non in presenza, ma deve esserci. Poi il telefonino lo può riconsegnare anche la segreteria» conclude la preside.

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