Mori / Il caso

La replica al sindaco Barozzi: «Noi pastori cerchiamo sempre di ridurre i disagi quando passiamo con le pecore, serve un po' di comprensione»

Josef Froner e Veronica Nones replicano al primo cittadino che aveva parlato di greggi che attraversando la borgata bloccano il traffico e insozzano le strade. «Molti dicono di amare gli animali. Poi si scandalizzano, per le poche volte l'anno che è il territorio ad essere "invaso" dagli animali. E ci vengono imposti divieti e multe»

LO SFOGO Ecco perché il sindaco di Mori ce l'ha con pecore e pastori: «Adesso basta!»

MORI. Lo sfogo del sindaco Stefano Barozzi contro le greggi di pecore che, attraversando la borgata, bloccano il traffico e insozzano le strade, ha suscitato il plauso di diverse persone.

Altrettante però quelle che hanno criticato l'uscita, rivendicando per i pastori la libertà di operare e difendendo il valore storico, sociale, economico e culturale della pastorizia.

Tra queste anche due pastori trentini veri e propri, Josef Froner e Veronica Nones.

«Scomodi, ingombranti, fastidiosi, è così - dichiarano i due - che vengono definiti i pastori dalla maggior parte della gente.

Quella gente che deve attendere alcuni minuti perché il gregge attraversi la strada o il paese, quella stessa gente che la domenica mattina si rinchiude in un centro commerciale e poi verso sera si rinchiude in macchina e ci rimane fino a che la coda ed il traffico non li lascia rientrare a casa. Arroganti, irrispettosi, insolenti, così vengono descritti da alcune persone.

Quelle persone che dicono di amare gli animali, di rispettarli, quelle stesse persone che quando si tratta di orsi e lupi affermano che siamo noi, umani, ad aver invaso il loro territorio.

E poi? Per una, due o tre volte l'anno che è il nostro territorio ad essere "invaso" dagli animali ci scandalizziamo e ne facciamo un articolo di giornale.

Imponiamo divieti e multe.

Ci lamentiamo della la strada non proprio pulita che nel giro di dieci minuti con il passaggio delle auto ritorna allo stato originario.

Ci lamentiamo che tutto questo è talmente indecoroso e poco igienico, quando poi per terra è pieno di mascherine usate, immondizia, escrementi di cani tenuti al guinzaglio e portati a fare i loro bisogni proprio in centro paese perché due passi più fuori è fatica e pure raccogliere le loro feci con il sacchettino è fatica per molti, o almeno questo è ciò che si evince dalle condizioni di molte vie e viottole di svariati paesi».

«D'altra parte - aggiungono i due pastori -, è davvero magico il passaggio di questi personaggi per i bambini.

Amano accarezzare gli agnellini e rimangono incantati nel vedere le pecore pascolare tranquille mentre i cani riposano poco più in là. Sarebbe bello, per il pastore, mettere le ali a lui e a tutto il suo gregge così da potersi spostare come, dove e quando vuole portando con se solo la magia ma ahimè, non si può.

Però ci prova, il pastore ci prova ad essere meno ingombrante e più rispettoso possibile.

Ci prova tutte le volte che si alza all'alba per attraversare strade trafficate e non creare grossi disagi, ci prova ogni volta che passa sulle ciclabili per non utilizzare le strade e si sente dare dello "sporco" o del "luamaro" dai ciclisti.

Ci prova ogni volta che lascia la ciclabile ed usufruisce delle strade per non infastidire i contadini che hanno le vigne a cinque metri dalla ciclabile e sa benissimo che potrebbe non riuscire a tenere fuori tutte le pecore, ci prova ogni volta che usufruisce delle ciclabile per lasciare libere le strade perché sa benissimo che creerebbe alcuni disagi al traffico e che poco o tanto la strada verrebbe inevitabilmente sporcata.

Ci prova a mantenere vivo un mestiere praticato dalla notte dei tempi, che ha dato da mangiare a milioni di famiglie, perché diciamocelo, nei tempi passati i nostri antenati avevano tutti una mucca nella stalla. Quindi il pastore ci prova a non lasciar morire la transumanza, come fonte di sostentamento, come patrimonio dell'umanità. Ci prova ad essere leggero e veloce come un banco di nuvole che transita attraverso paesi, colline, montagne e città. Il pastore ci prova, forse dovremmo provarci anche noi», condlucono i due pastori.

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