Lavarone / L'iniziativa

Forte Belvedere, procede il lavoro per la candidatura al patrimonio Unesco

Da qualche tempo sta avanzando il progetto per la costituzione di un "Club Unesco" dedicato alla promozione dell'opera militare austro-ungarica che fu realizzata tra il 1908 e il 1912 su uno sperone di roccia

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ALTIPIANI CIMBRI. Ormai da diversi anni, con vari articoli, l'Adige ha lanciato la proposta di inserire la linea fortificata degli Altipiani Cimbri (sette fortificazioni) in un contesto internazionale sotto l'egida dell'Unesco.

L'idea, dopo un lungo tempo d'incubazione, sembra oggi poter camminare da sola: è in atto, infatti, un progetto di costituzione di un "Club Unesco" per forte Gschwent/Belvedere e l'Alpe Cimbra.

Per sancire il tutto sono stati organizzati degli incontri on-line.

«Nel corso del 2021 è stato costituito un comitato promotore (dal quale sono stati esclusi persone con incarichi politici, ndr) scelto fra alcune personalità. Il comitato ha prodotto un documento programmatico e una bozza di statuto che sono stati inviati alla Federazione italiana dei club e centri per l'Unesco e alla Commissione nazionale italiana per l'Unesco per richiedere l'autorizzazione alla costituzione del "Club Unesco di Lavarone Forte Belvedere-Gschwent e Alpe Cimbra", spiegano i membri del comitato. Il risultato di questa domanda troverà, presumibilmente, risposta entro il 2022.

Il progetto è stato presentato all'incontroo "Cultura, ambiente educazione. L'Alpe Cimbra tra progetti europei e UNesco", proposto dalla Fondazione Belvedere-Gschwent in collaborazione con il Comune di Lavarone e la biblioteca "S. Freud" con lo scopo appunto di illustrare sia gli attuali progressi riguardanti la richiesta di candidatura e costituzione del club Unesco, sia la presentazione delle nuove proposte multimediali di prossima realizzazione ambientate nel nostro forte con il titolo "The Rude Awakening".

Hanno partecipato il regista Renzo Carbonera, Claudio Ricci, presidente onorario dell'Associazione dei beni italiani patrimonio mondiale (siti Unesco) e, per l'università di Trento, Roberta Cuel, (che è inoltre referente di territorio della Cassa Rurale della Vallagarina), Sara Favargiotti, docente associato del Dipartimento di ingegneria civile ambientale e meccanica e Marco Ferrari architetto».

Werk Gschwent di Lavarone (Forte Belvedere) fu realizzato tra il 1908 e il 1912 su uno sperone di roccia calcarea (a quota 1177 metri) che sporge a strapiombo sulla Val d'Astico, che all'epoca sanciva il confine fra Regno d'Italia e Austria-Ungheria.

Concepito, come le altre fortezze degli Altipiani, per resistere in assoluta autonomia a bombardamenti che potevano durare per giorni e giorni, disponeva di ampi depositi, di un acquedotto, una centrale elettrica, un pronto soccorso, una centrale telefonica e una stanza di telegrafia ottica.

La guarnigione era composta da centosessanta Landsschützen supportati da sessanta territoriali.

L'armamento era invece costituito da tre obici da 10 cm situati in cupole corazzate e da ventidue postazioni di mitragliatrice.

Nel corso del primo anno di guerra subì pesanti bombardamenti ed ebbe numerose perdite, ma non fu investito dalla furia di ferro e fuoco che nel settore di Passo Vézzena e Luserna mise a durissima prova Forte Cima Vézzena, Forte Busa Verle e Forte Lusérn e, anche grazie alla sua posizione dominante sulla Val d'Astico, non ricevette mai un assalto diretto da parte delle fanterie italiane. T. D.

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