Vallotomo, è ancora scontro Nuovo incarico al super tecnico

La Provincia ha richiesto all’ingegnere Giovanni Barla di preparare una contro relazione che risponda in maniera puntuale e circostanziata alle osservazioni avanzate dall’ingegnere Gian Paolo Giani, assunto da un gruppo di proprietari delle fratte interessate dai lavori.

Tornano a parlare i tecnici, intanto però i lavori sul cantiere per il vallotomo moriano proseguono veloci, con gli operai che hanno lavorato anche sabato e domenica.

Non risolutivo è stato invece l’incontro fra i gruppi consiliari di minoranza dell’amministrazione moriana e i capigruppo del consiglio provinciale.

Al tavolo si sono seduti 16 consiglieri provinciali e 6 consiglieri di opposizione del Comune di Mori. Renzo Colpo (Movimento Cinque Stelle) ha riportato le osservazioni di Gian Paolo Giani sul progetto provinciale e chiesto dati e monitoraggio sulla sicurezza.

Cristiano Moiola ha sollevato la questione della partecipazione alle decisioni e i dubbi sulla sicurezza suffragati dalla relazione Giani, infine Fiorenzo Marzari ha fatto l’unica vera richiesta della giornata, che «si faccia un confronto fra i due tecnici Giani e Barla per arrivare ad una soluzione condivisa e chiara, in modo da sciogliere i dubbi che ci sono».

Si è trattato più che altro di un ritorno nel solco istituzionale dopo lo shock politico e mediatico dell’occupazione dell’ufficio del sindaco. Ne sono usciti delusi tutti i consiglieri di minoranza, in quanto a risposte.

D’altronde la posizione provinciale non è cambiata di una virgola ed è stata ribadita anche in questa sede. «Il governo provinciale ha affrontato questa emergenza pensando esclusivamente alla sicurezza e all’interesse dei cittadini - ha detto il presidente della Provincia Ugo Rossi - L’istruttoria è stata più che seria, la voce di Barla è autorevolissima, la messa in sicurezza è già in corso d’opera e non c’è ragione di fermarla.

Piena disponibilità invece a progettare tutti gli accorgimenti utili, dopo la costruzione del vallotomo, per un mascheramento e tutte le migliorie paesaggistiche che si possono ideare, anche ricorrendo alla Scuola del paesaggio provinciale».

Parole che non hanno soddisfatto le minoranze moriane. Renzo Colpo: «Siamo senza risposte, su nulla: non ci sono la sicurezza e la salvaguardia del paesaggio. Si continuano a ripetere le stesse cose».

Cristiano Moiola: «È un’amministrazione provinciale che dagli interventi di Rossi e Mellarini si è dimostrata poco convincente e senza argomenti.

È emersa l’arroganza di sempre che non accetta osservazioni. Se il popolo è sceso in piazza sabato scorso in centinaia è perché non tollera più imposizioni di questo genere calate dall’alto».

Condivisa invece, ad eccezione del M5s, la condanna dell’azione di occupazione dell’ufficio di Stefano Barozzi. La Tribù risulta più isolata all’indomani del gesto contro le istituzioni moriane: Cristiano Moiola si smarca - «si mette in cattiva luce tutto il lavoro fatto, se agiranno ancora così prenderemo le distanze» dichiara - e anche Fiorenzo Marzari della Lega Nord: «Inaccettabile l’offesa e il mancato rispetto delle istituzioni cittadine».

A fianco della Tribù e delle sue ultime azioni si schiera decisamente invece tutto il sindacato Usb che «solidarizza con gli occupanti membri della Tribù delle Fratte - scrivono in un comunicato - ammirandone azione e coraggio (....) perché nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza».

Intanto per stasera alle 20.30 è prevista un'assemblea informativa.

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