Nuovo attentato anti-profughi Colpito un edificio a Lavarone

Dopo il recente episodio in valle di Fassa, un altro attentato incendiario contro strutture destinate all'accoglienza di richiedenti asilo

Dopo il recente episodio in valle di Fassa, un altro attentato incendiario contro strutture destinate all'accoglienza di richiedenti asilo: colpito l'ingresso di un edificio a Lavarone nel quale a breve arriverà un gruppo di profughe africane.

Il nuovo episodio di intolleranza ha lasciato il segno sulla porta di ingresso alla casa di soggiorno Santa Elisabetta, parzialmente bruciata.

Immediata la reazione del presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, che ha definito l'accaduto un «gesto odioso che non dovrà restare impunito».

Rossi ha telefonato al sindaco di Lavarone, Isacco Corradi, per esprimergli piena solidarietà.

Il presidente si è detto convinto che la comunità degli Altipiani, insieme anche alle altre istituzioni coinvolte, ha fatto la sua parte nel gestire serenamente l’avvio del progetto di accoglienza e si senta ora del tutto estranea all’accaduto. 

Rivolgendosi poi al commissario del govenro, il capo della giunta provinciale ha sollecitato il necessario impiego di energie investigative per risalire ai colpevoli dell'atto vandalico.

«Il Partito democratico del Trentino esprime piena solidarietà al sindaco e alla comunità di Lavarone per il vigliacco attentato perpetrato nei confronti della struttura che ospiterà a breve 24 profughe nigeriane». Lo scrive lo stesso partito in una nota.
«Un attentato - prosegue il Pd - che non è stato solo contro le ragazze che devono arrivare lunedì, ma contro l’intera comunità trentina, che ha nell’accoglienza e nella solidarietà i suoi tratti distintivi. E a quelli che incitano sempre e comunque a ‘chiudere la portà un invito ad una riflessione seria: non è con il seminare ad arte odio, diffidenza e insicurezza che si farà cambiare la politica di accoglienza del nostro Trentino».

«Anzi, un fatto del genere - aggiunge il Pd - farà sì che si continui con ancora più perseveranza e convinzione su questa strada, portata avanti con grande coraggio dall’Assessore Luca Zeni e dalla Giunta provinciale tutta, nella convinzione che questo non è più il momento dei distinguo.

Condannare ma poi non perdere l’occasione per cercare di polemizzare con quello che è indicato come uno dei migliori modelli dell’accoglienza, è inaccettabile. Cosa si può fare di più che distribuire secondo un principio di equità territoriale in piccoli gruppi queste persone per consentire percorsi di integrazione? Cosa propone la Lega che non sia l’imprecazione fine a se stessa, humus che alimenta l’odio che dà a vita, alla fine, ad atti di violenza come quelli di Soraga e Lavarone? Ora più che mai - conclude il partito democratico - è necessario che tutti facciano la loro parte nel processo di accoglienza e integrazione».

Dura anche la reazione del presidente del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti: «A Lavarone la comunità e le istituzioni locali hanno dimostrato un senso di responsabilità e una volontà solidale che non sarà certo un gesto stupido e vigliacco a cancellare.

Ha ragione il sindaco di Lavarone: i gesti di fratellanza sono di più e contano di più di questi atti incivili. Il Trentino è di fronte ad una grande sfida: essere terra di accoglienza e integrazione, laboratorio di convivenza, esempio e modello di valorizzazione delle diversità.

Chi alimenta le paure non risolve alcun problema, ma ne crea di nuovi e più pericolosi: mina la coesione sociale e mette a repentaglio il futuro delle nostre comunità in un mondo aperto e interdipendente.

Per fortuna la nostra società è ancora in grado di isolare queste oscenità e dire che c’è un confine di civiltà che non può e non deve mai essere superato».

Interviene anche il segretario della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli: «Il nuovo atto intimidatorio contro la struttura che avrebbe dovuto accogliere 24 profughe a Lavarone suscita profondo sconcerto.
La nostra è una terra di accoglienza e che crede nel valore della solidarietà. Di fronte a questo nuovo gravissimo attacco la comunità trentina deve fare sentire forte la propria voce, nell’impegno quotidiano, ma anche con iniziative pubbliche. Non possiamo permettere che l’attenzione sulla drammatica situazione dei profughi, di chi fugge da guerre o dalla fame, venga spostata su azioni assolutamente deprecabili che meritano solo una ferma condanna».

Dalla Lega Nord condanna dei vandalismi ma rilancio della critica alla accoaglienza «imposta».

«Se i fatti accaduti oggi a Lavarone venissero confermati, per quanto si può apprendere dalle prime notizie, sono da condannare fermamente», scrive in una nota il segretario della Lega Nord del Trentino, Maurizio Fugatti.

«Simili azioni - prosegue - non fanno parte della cultura trentina, che ha alla propria base radicati principi sia di convivenza che di solidarietà. Tali fatti, sempre se confermati, vanno collegati con quelli, del tutto simili, accaduti a Soraga nelle scorse settimane. Già in quella sede avevamo manifestato il nostro punto di vista politico, affermando come, assieme alla condanna esemplare dell’accaduto, occorra anche criticare le scelte della giunta provinciale, nella sua imposizione forzosa verso la popolazione dei territori rispetto alle proprie scelte in termini d’immigrazione».

«Al di là delle affermazioni, oggi compiute dalla giunta provinciale, che sostengono di avere condiviso questa scelta con la comunità di Lavarone (cosa a nostro avviso tutta da dimostrare) noi ribadiamo - conclude il leghista - come tali azioni, che comunque condanniamo, vedano una responsabilità politica da parte di coloro che intendono imporre ai territori le loro politiche di gestione dell’immigrazione».

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