Storie / Ucraina

È nata Adelina, festa all'hotel Oasi: la piccola e mamma Natalia (profuga ucraina) stanno bene

Una storia difficile quella della ragazza, che non vede il marito da mesi in quanto impegnato ancora nella propria terra natale, a Leopoli, nell'ovest del Paese

IMMAGINI Il dramma degli sfollati ucraini sotto la minaccia delle bombe russe

TRENTO. Un raggio di sole nel buio scenario della guerra. Attorno alle cinque di giovedì mattina, 11 agosto, è venuta al mondo all'ospedale Santa Chiara la piccola Adelina, figlia della giovane Natalia, ventottenne ucraina scappata dal conflitto ed arrivata a Trento ormai lo scorso 5 marzo.

Una storia difficile quella della ragazza, che non vede il marito da mesi in quanto impegnato ancora nella propria terra natale, a Leopoli, nell'ovest del Paese, fortunatamente non come combattente ma in veste di aiutante di altri soldati e cittadini che purtroppo invece continuano a soffrire gli orrori della guerra. Comunque, da sei mesi circa la donna è ospite dell'hotel Oasi, dove ha vissuto insieme all'altro suo figlio che pochi giorni fa ha compiuto due anni.

«Natalia è arrivata insieme ad un grande nucleo famigliare alla fine dello scorso inverno - ha spiegato Olha Vonza, coordinatrice di Ipsia Trentino e cioè dell'associazione che, insieme ad un'altra impresa sociale, gestisce la struttura alberghiera in cui sono ospitati i profughi ucraini - Con lei c'erano una signora di più di cinquant'anni, la figlia di quest'ultima, i nipoti di cinque e dieci anni e poi la nuora, cioè Natalia appunto. Tra l'altro, lei è stata anche tra quelle donne che hanno parlato agli studenti dell'Itt Buonarroti qualche tempo fa, raccontando la propria esperienza di fuga dalla guerra. Disse che, ripensando all'Ucraina, alla propria casa e a tutte quelle volte che si era lamentata per delle cose di poco conto, ora ha capito invece quanto siano importanti anche dei semplici abbracci, una parola di conforto o un sorriso».

Quello della gravidanza non è stato un periodo facile per Natalia (anche se ora sta bene ed è felice), che all'Oasi ha vissuto in una stanza con il proprio bambino piccolo. La poca conoscenza del luogo e la situazione di conflitto hanno reso questi mesi molto complessi, tuttavia alla fine la piccolina è venuta al mondo in modo tranquillo e con tutte le accortezze e le sicurezze del caso.

«Merito anche di un'altra signora con cui Natalia ha stretto amicizia fin dai primi momenti - ha aggiunto Olha - e che la ha accompagnata dal ginecologo quando ne ha avuto bisogno. Ora si trova ancora in ospedale con la figlia, ma appena usciranno so che faranno una bella festa. Sarà un momento per distrarsi ulteriormente da quanto sta ancora succedendo in Ucraina, una situazione che tutti speriamo possa risolversi nel più breve tempo possibile anche se so che in molti, soprattutto coloro che erano fuggiti dall'ovest, ora stanno rientrando».

Ed in effetti dovrebbero essere ancora duemila circa gli ospitati da Cinformi, ma i rientri proseguono e la voglia di rivedere casa è grande. Soprattutto dopo diversi mesi, hanno concluso gli operatori impegnati nell'assistenza, si soffre la distanza non solo dalla propria terra ma anche, e soprattutto, da mariti coinvolti in prima persona nel conflitto e da parenti che ancora vivono l'incertezza di un territorio sotto attacco.

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