Addio a Nillo Piccoli "Mister Rosalpina" e amico del ciclismo

di Leonardo Pontalti

VILLAZZANO - L’infanzia nei campi; la bicicletta; il suo locale, un pezzo di storia della città: lui stesso, Nillo Piccoli, ha rappresentato un pezzo di vita, grande o piccolo, per tanti trentini.

Quelli che almeno una volta sono andati a ballare alla Rosalpina; quelli che incrociava negli anni in cui aveva avvicinato al ciclismo i figli Mariano e Mauro; quelli che accoglieva quando c’era da festeggiare una delle vittorie proprio di Mariano, quando aveva sfondato come professionista delle due ruote.
Nillo Piccoli se n’è andato domenica a 77 anni: da mesi stava lottando contro un tumore con il consueto piglio. Un’energia che nelle ultime settimane era andata sempre più spegnendosi, fino ad abbandonarlo.

Nato a Mattarello da una famiglia di contadini, aveva ben presto fatto capire ai genitori di voler tentare altre strade. Attraverso lo sport, ad esempio, con quella bicicletta che a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta aveva fatto le fortune di altri giovani trentini forgiati dalle fatiche della vita nei campi, come i Moser.
La carriera di Nillo si era però fermata tra i dilettanti.

Un peccato: aveva anche sfiorato la convocazione per le Olimpiadi di Tokio del 1964, ma il sogno era sfumato per un incidente pochi mesi prima. Doveva passare professionista con la piemontese Cavallino Rosso, ma l’ingaggio sfumò.
In Piemonte, però, tra un allenamento e l’altro aveva iniziato a fare il cameriere e a Mattarello tornò non da professionista del ciclismo ma con le idee ben chiare su quella che sarebbe diventata la sua professione.
Nel 1968 iniziò a gestire, a Pianizza di Villazzano, il bar che diverrà poi la Rosalpina. Dapprima locanda, poi, balera: fu tra le prime discoteche della provincia e per anni restò tra le più amate e frequentate.

Nel 1986, l’ampliamento dell’offerta, con la pizzeria. Con l’amore per la bicicletta mai sopito e trasmesso ai figli.
«Era stato lui a mettermi in sella - ricorda il figlio Mariano, professionista dal 1992 al 2005 cogliendo vittorie al Giro, alla Vuelta, e indossando la maglia a pois al Tour - e per permettermi di andare avanti aveva anche messo su una squadra. Partivamo la mattina, tornavamo la sera: era sempre una gioia vederlo felice quando vincevo. Anche in questi giorni tanti ex colleghi che mi hanno chiamato lo hanno ricordato, per la sua passione quando tutti noi eravamo ragazzi».

Una passione autentica, quella di Nillo, presenza fissa da spettatore anche alle corse giovanili, come la Bolghera.

Oltre a Mauro e Mariano e agli adorati nipoti, lascia l’amata moglie Luigina. Il funerale sarà celebrato domani alle 10 nella chiesa parrocchiale di Villazzano.

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