«Ex Italcementi, un errore dopo l'altro» Italia Nostra stronca il piano per l'area

Con la riqualificazione dell'area ex Italcementi a Piedicastello, a Trento «si sta commettendo l'ennesimo grave errore urbanistico, dopo quelli che già da anni penalizzano il capoluogo».
A dirlo è la sezione trentina di Italia Nostra, che in vista della seconda adozione del piano guida per il quartiere in Destra Adige ha presentato le proprie osservazioni.
O meglio, stroncature, pressoché su tutta la linea. Tanti gli errori, secondo l'associazione che teme un nuovo affronto ad una delle zone più caratteritiche del capoluogo, dopo lo sventramento con la tangenziale, a cui faticosamente e solo in parte si è rimediato negli ultimi anni (e Italia Nostra non manca di sottolineare come anche in questo caso si sia lavorato in maniera non ottimale, lasciando «un'imbarazzante spianata priva di senso»).

L'associazione è drastica: «Piedicastello poteva diventare una delle parti più vitali ed amene della città, sarà invece un'espansione senz'anima né senso».
Sbagliato, entrando nei dettagli, scegliere quell'area per un polo espositivo che vivrà ad intermittenza, «attivata esclusivamente dagli eventi che in esso si terranno. In queste condizioni, è presumibile che solo una minima quota dei suoi utilizzatori sarà indotta a raggiungere la città; gli altri, soddisfatta la ragione che li ha portati fin lì, torneranno a casa, privando la città dei benefici indotti».
Sbagliato realizzare i volumi residenziali (che Italia Nostra auspicava come preponderanti e non residuali, nel piano) sotto le propaggini del Bondone: «Sovvertendo ogni logica urbanistica e persino il più elementare buon senso, la parte residenziale è collocata sotto il Bondone, nella sua ombra, mentre la parte più favorevole rimane quasi totalmente inedificata, utilizzata marginalmente solo dal polo espositivo, cioè dall'unica struttura che non ha bisogno di soleggiamento.

Queste scelte localizzative - come quella della pseudo-piazza, su cui si affaccerà il solo polo espositivo, destinandola a non essere mai vissuta pienamente - sono a dir poco sconcertanti».
Ancora: sbagliato puntare su un centro di ricerca che sarà l'ennesimo pezzo di un puzzle - quello rappresentato da facoltà universitarie e poli dell'eccellenza scientifica - sparpagliato tra città e sobborghi.
Riguardo al parcheggio, il timore è poi che rimanga sottoutilizzato, al di fuori dei periodi segnati da manifestazioni fieristiche: troppo lontano dalla cuore della città e privo di connessioni intermodali.
Anche il verde, secondo Italia Nostra, è stato pianificato malamente: «Quello che è stato pensato non è un parco fluviale, non è un parco urbano e nemmeno un giardino. La parte più pregiata dell'ambito del piano attuativo è destinata a un generico "verde" artificiale - parte a carattere informale, parte a carattere architettonico - senza una "natura" e uno scopo preciso, destinato a essere subutilizzato dai residenti di Piedicastello e ignorato dal resto della cittadinanza».

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