La città ritrova il sentiero della cascata di Ponte Alto

di Chiara Turrini

La città si riapproprierà della sua cascata entro l’estate del 2017, dopo oltre vent’anni di inagibilità.

Stanno terminando infatti i lavori di ripristino del sentiero che porta all’Orrido di Ponte Alto: ieri è stata rimossa la gru, e anche se il cantiere non è ancora chiuso, la passeggiata si può dire strutturalmente completata. Mancano solo le rifiniture, che saranno portate avanti fino al mese di gennaio. È presto per dire quale sarà l’ente che gestirà la cascata dallo spettacolare salto di 60 metri, ma in pole position c’è l’Ecomuseo dell’Argentario, con il quale il Comune sta trattando.

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Dell’opera si è occupata la Provincia, che con i Bacini Imbriferi Montani è proprietaria dei terreni. In parte il possesso è privato, e sono in corso le trattative per la cessione al Comune della forra dell’Orrido. «Ci vorrà ancora qualche mese - annuncia l’assessore alle Politiche Ambientali Andrea Robol - ma entro la tarda primavera l’iter per la concessione sarà terminato e saremo in grado di assegnare la gestione dell’area».

I lavori, costati circa 600 mila euro, sono iniziati nel maggio scorso, dopo notevoli ritardi dovuti al Patto di Stabilità tra Stato e Provincia, che aveva congelato i fondi per la realizzazione. L’obiettivo era quello di sistemare e ricostruire i camminamenti e le scalinate che portano alla cascata, attrazione molto conosciuta non solo in Trentino ma negli anni caduta in disgrazia a causa di smottamenti e pericolosità. In tanti nella circoscrizione dell’Argentario conservano il ricordo dei bagni nel bacino sotto la forra, e c’è attesa per la consegna del sentiero. Quest’opera è unica nel suo genere nella zona, una complessa rete di gradini e tracciati in materiali moderni, che aggiornano una realtà esistente dall’inizio del Novecento. Il camminamento restituirà alla popolazione un luogo caro e stupendo per scenario naturale, continuano dall’assessorato.

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L’ingegnere Massimo Maccani, che ha collaborato all’opera sul fronte della cantieristica, anticipa il nuovo assetto del percorso dell’Orrido: «È stato creato un sentiero panoramico, demolito l’esistente. Sono stati installati elementi in acciaio e una tettoia di protezione, oltre a due terrazzini panoramici, uno a nord e uno a sud, uno coperto e uno scoperto per godere lo spettacolo della forra».

Si è trattato di un lavoro non facile, impegnativo perché il progetto prevedeva opere di disgaggio, disboscamento, consolidamento tratti di roccia e supporti per gli elementi metallici. Tipici lavori per rocciatori, e che hanno richiesto ponteggi particolari in zone delicate. Le problematiche, fanno sapere dal cantiere, sono state diverse ma tutte aggirate. «Quando il lavoro finisce, nessuno si fa male, è stato un bel lavoro, è segno che ha lavorato bene la squadra» commenta Maccani.

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