Addio a Neris Lorenzoni Mamma muore a 45 anni

Il dolore dei colleghi di A22. Lascia un bambino di poco più di un anno

I colleghi di lavoro sono rimasti attoniti e increduli, ieri mattina, quando la notizia della prematura scomparsa di Neris Lorenzoni, 45 anni, stroncata da un male incurabile, è rimbalzata in tutti gli uffici dell’Autostrada del Brennero. Un pensiero è andato subito alla sua famiglia e in particolare al piccolo Sebastiano, che ha poco più di un anno. Era una delle impiegate più dinamiche, entrata nella società di via Berlino nel 1989, con la mansione di impiegata all’ufficio acquisti. Subito aveva dimostrato la sua dedizione al lavoro ed era riuscita a valorizzare la sua professionalità conquistandosi la simpatia di tanti colleghi e la fiducia dei dirigenti. 
 
Dall’ufficio acquisti fu trasferita al settore legale, sempre con mansioni amministrative, curando i rapporti con i fornitori e con le imprese partecipanti alle gare d’appalto. Era stimata da tutti per la sua capacità comunicativa e per la disponibilità che sempre offriva a quanti le chiedevano informazioni o delucidazioni sulle pratiche amministrative da lei curate. L’esperienza acquisita nel settore legale, ha fatto sì che Carlo Costa, direttore tecnico generale della società, la volesse nel suo team e anche qui seguiva le pratiche inerenti gare e appalti affidati dalla direzione tecnica. 
 
Poi, giunse per lei la più bella notizia della sua breve vita, quando già avvertiva i primi sintomi della sua malattia: diventare mamma, anche a quarantaquattro anni, mettere al mondo un bambino e coronare un sogno rincorso per tanto tempo. Quella piccola creatura oggi ha solo sedici mesi e ricorderà a malapena il volto sofferente della mamma, che proprio dopo il parto si è aggravata precocemente. 
 
Da più di un anno era assente per malattia e, dopo vani tentativi di fermare il male che la stava distruggendo sottoponendola a varie terapie, a quarantacinque anni Neris prese la decisione, alcune settimane fa, di farsi operare, in una clinica specializzata di Milano. Tornata a casa, diceva ai colleghi di aver superato brillantemente l’intervento, di sentirsi rinata; chi l’aveva vista di recente, racconta di una donna sorridente, piena di vita, di energia e non vedeva l’ora di poter tornare nel suo ufficio. E invece, una repentina ricaduta ha cancellato con un colpo di spugna tutti i suoi sogni di mamma e di stimata lavoratrice. 
 
Ecco perché ieri, negli uffici dell’A22, si notavano le facce scure e tristi di gente che portava un fiore nel suo ufficio o, semplicemente, accarezzava la sua scrivania. Il funerale è fissato per domattina, alle 10, nella chiesa di Cristo Re, suo rione d’origine visto che era cresciuta in via Moggioli. A salutarla nel suo ultimo viaggio il marito Benedetto Sieff, il piccolo Sebastiano, la mamma Elda e la sorella Nadia.

 

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