Negoziante denuncia: «Ipnotizzata dai ladri». Al Kaffè 3 in via Solteri, spariti 900 euro

Se ne sono andati dal negozio di dolciumi e caffè con due uova di cioccolato e 900 euro in contanti: un discreto bottino, visto che non hanno speso un soldo. Un uomo ed una donna, entrambi di origine straniera, hanno truffato la commessa di «Kaffè 3 l’arte del caffè», in via Solteri: un raggiro che, secondo la responsabile del negozio, Katia Trentin, sarebbe avvenuto attraverso l’ipnosi. Un paio di giorni fa la coppia è entrata nel punto vendita, pochi minuti dopo l’apertura pomeridiana.
 
«La nostra collaboratrice ci ha spiegato che erano molto gentili, vestiti bene, e che hanno osservato a lungo i prodotti esposti. Parlavano in francese, dicevano di essere di Dubai ed in effetti avevano un aspetto mediorientale. Non capivano l’italiano: anche questa è una tecnica per creare confusione» spiega Trentin, che vuole evidenziare come la truffa con l’ipnosi - che può far sorridere qualcuno - in realtà esista.
 
«Hanno scelto due uova di cioccolato, dicendo che erano per i bambini, per un totale di 39,90 euro. Hanno consegnato una banconota da 200 euro, la commessa l’ha controllata nella macchinetta per verificare se fosse vera e, dal momento che non c’erano anomalie, ha preparato il resto». A questo punto scatta il raggiro. «I due hanno detto di voler tagli più piccoli, da 5 e da 10 euro.
 
 
La commessa è andata sul retro a prendere la busta con le banconote, poi un vuoto di memoria: si ricorda solo della donna che ha messo due monete da due euro sul tavolo, dicendo che erano una mancia per il caffè, e ha chiesto di mettere le uova in due borse separate». Quando la commessa si è ripresa, ha contato i soldi nella busta: mancavano 900 euro, in tagli da 100 e da 50 euro. 
 
Katia Trentin, che lavora in banca e ha seguito un corso per evitare i raggiri allo sportello, non ha dubbi: la collaboratrice è stata ipnotizzata. «Queste persone lavorano sulla psiche: inibiscono una parte del cervello in modo che la vittima faccia come loro dicono - spiega - L’ipnosi non è magia, perché viene utilizzata anche in ambito clinico. In alcune zone del Medioriente vengono utilizzate tecniche particolari, attraverso lo sguardo o il movimento delle mani. Ad esempio, la donna che è entrata nel negozio assieme al marito aveva in mano un borsellino con le monete e continuava a mischiarle. La commessa, dopo aver avuto un vuoto di memoria per qualche minuto, è tornata in sé dopo aver sentito il tintinnìo delle due monete che la sconosciuta ha posato sul bancone come mancia». 
 
Trentin spiega di aver deciso di rendere nota la disavventura perché le vittime di questo raggiro sono tante, e dà anche qualche consiglio, appreso al corso per bancari. «I malintenzionati fanno di tutto per confondere le persone alla cassa: mostrano una banconota, chiedono il resto, poi consegnano i soldi, subito dopo chiedono che vengano loro restituiti, eccetera - spiega - Innanzitutto bisogna essere accorti e anche prevenuti. Non appena ci si rende conto che il cliente sta cercando di creare confusione bisogna distogliere gli occhi, fermare subito la persona che si ha davanti e non proseguire con i conti. È meglio stornare lo scontrino e perdere una vendita che trovarsi senza denaro in cassa. Che vengano portate via somme grandi o piccole, non importa: si tratta di soldi che servono per pagare i fornitori e per fare andare avanti il lavoro». 
 
Se Katia Trentin parla di ipnosi, la polizia è convinta che ad agire siano truffatori di professione, rapidi e scaltri, abilissimi nel creare situazioni che possano distrarre le vittime.

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