La stazione di Mesiano fra ritardi e degrado

Continua l'interminabile calvario per passeggeri e pedoni legato alla ristrutturazione della stazione ferroviaria della Valsugana a Mesiano. Un disagio che ormai sta diventando insopportabile, con i lavori iniziati nell'estate del 2013 (e che dovevano già essere conclusi) ed un cantiere invece ancora in attività dopo i noti tira e molla tra Provincia, Comune e Rfi che hanno provocato sospensioni dei lavori, variazioni in corso d'opera e continue polemiche da parte degli utenti.

La situazione dopo gli «svarioni» progettuali (allagamenti nel sottopasso) è esattamente la stessa di qualche mese fa: impossibilità di accesso per disabili e carrozzine, ascensore non funzionante, lunga «circumnavigazione» della struttura per i pedoni provenienti da via dei Valoni che vogliono raggiungere a piedi la città e, come se non bastasse, anche i primi atti vandalici con la distruzione dell'orologio e le «opere artistiche» dei soliti writer improvvisati che stanno piano piano «decorando» tutto l'ambiente interno ed esterno con le solite scritte. E, anche in considerazione dell'imminente inizio dell'anno accademico nelle vicine facoltà di Povo e Mesiano, la questione non sembra evolversi in maniera positiva soprattutto per la mancata apertura del sottopasso pedonale a scivolo che permetterebbe finalmente di superare in sicurezza e senza barriere le rotaie della Valsugana.

Com'è noto la chiusura del vecchio tornello da parte di Rfi che da sempre permetteva l'attraversamento dei binari su una strada densamente frequentata sia per recarsi alla facoltà di ingegneria che per raggiungere a piedi via Grazioli e la città, aveva provocato non poche polemiche con l'unica «trovata» di istituire fino a giugno un servizio di bus-navetta peraltro scarsamente apprezzato dagli studenti e assolutamente inutilizzato dagli altri potenziali utenti con il risultato che le lunghe processioni di studenti e pedoni sulla pericolosa via Mesiano sono continuate.

E dire che questa costosa opera (2.235.000 di euro fino ad oggi), doveva essere il fiore all'occhiello della sbandierata «metropolitana di superficie» nonché, in attesa del fantasmagorico collegamento alternativo con la «busa», uno dei primi significativi passi per limitare il traffico su gomma da e per il capoluogo e la Valsugana. In settembre ricomincerà il tormento del traffico sulla collina est e nulla di nuovo sembra maturare sotto il caldo sole di agosto. P. Gi.

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