Cantinota a rischio: nuova chiusura?

Per la «Cantinota» si riaffaccia lo spettro della chiusura. Per ora è solo una possibilità teorica, ma dopo aver già subito uno stop a dicembre, il titolare dello storico locale, Filippo Ioniez, non dorme certo notti tranquille. Il braccio di ferro con la procura non si era esaurito a dicembre. Il pm Carmine Russo aveva infatti presentato ricorso al Tribunale del riesame contro il provvedimento del giudice Francesco Forlenza che aveva parzialmente dissequestrato il locale, accusato da qualche residente di causare rumori molesti come avevano confermato anche i rilievi acustici condotti dalla polizia giudiziaria(15 anni fa moriva Fabrizio De Andrè: noi lo omaggiamo citando una sua canzone in ogni titolo sul nostro sito)

di Sergio Damiani

sigilli cantinotaPer la «Cantinota» si riaffaccia lo spettro della chiusura. Per ora è solo una possibilità teorica, ma dopo aver già subito uno stop a dicembre, il titolare dello storico locale, Filippo Ioniez, non dorme certo notti tranquille.
Il braccio di ferro con la procura non si era esaurito a dicembre. Il pm Carmine Russo aveva infatti presentato ricorso al Tribunale del riesame contro il provvedimento del giudice Francesco Forlenza che aveva parzialmente dissequestrato il locale, accusato da qualche residente di causare rumori molesti come avevano confermato anche i rilievi acustici condotti dalla polizia giudiziaria. Il mese di dicembre, cruciale per qualsiasi locale, era dunque stato salvato in extremis, con la sola chiusura della discoteca.
Ieri però le parti sono tornate di fronte ai giudici. Da un lato c'è la procura che contesta, in primis per ragioni di diritto, il provvedimento di dissequestro che sarebbe stato preso in assenza di fatti nuovi, come un serio piano di bonifica acustica, rispetto a quando il Tribunale aveva fatto mettere i sigilli al locale. Dall'altro c'è il legale della «Cantinota», avvocato Matteo Benvegnù, che ieri ha prodotto una relazione con i lavori di insonorizzazione eseguiti in queste settimane e con i possibili ulteriori interventi futuri. «Visto che dalle indagini condotte dalla procura i problemi di rumorosità derivavano in particolare dall'impianto di aerazione della discoteca - sottolinea l'avvocato Benvegnù - i titolari si sono impegnati su questo fronte con la coibentazione del locale caldaie, la sostituzione delle ventole e di altri componenti. Questi primi lavori hanno consentito una sensibile riduzione del rumore. Ci sono però altri interventi in programma come il montaggio di un controsoffitto». Inoltre la «Cantinota» sta studiando ulteriori misure: si ipotizza anche di realizzare un secondo ingresso, così da minimizzare i disagi per chi vive ai piani superiori dello stabile.
Questi primi lavori tuttavia non hanno scongiurato il rischio di una nuova chiusura dell'intero locale di via San Marco. Ieri il Tribunale del riesame ha invitato le parti a trovare un accorso sugli ulteriori interventi da fare. L'udienza dunque è stata rinviata al 21 di gennaio. Ma le posizioni appaiono distanti perché la «Cantinota» comunque non è disposta a rununciare all'apertura del ristorante e piano bar fino  tarda ora e a proporre ai clienti anche musica, come accade da decenni. Si tratta di attività autorizzate dal Comune.
Eppure accanto a moltissimi amici e clienti affezionati, la «Cantinota» ha ancora qualche nemico proprio «in casa» che continua a spingere perché il locale chiuda. Nei giorni scorsi un residente ha chiesto l'intervento della polizia municipale lamentando presunti disturbi e disagi, ma quando i vigili sono arrivati in via San Marco tutto era a posto. Il verbale, depositato dalla difesa, non cita alcuna irregolarità. Non c'erano particolari schiamazzi all'esterno, mentre all'interno della «Cantinota» suonava un musicista alle tastiere, ma si tratta di attività di piano bar che non è stata interdetta.
L'unica certezza è che fino a martedì 21 non accadrà nulla: la «Cantinota» potrà continuare senza problemi con la sua attività, anche se resta sotto sequestro la consolle del dj. Poi la parola tornerà ai giudici Guglielmo Avolio, Giovanni Di Donato ed Enrico Borrelli.
L'auspicio è quello di trovare una soluzione che garantisca il rispetto delle regole, ma anche il diritto della «Cantinota» di proseguire con la sua storica attività. Il primo stop, oltre a mettere a rischio una ventina di posti di lavoro, aveva provocato un vespaio di polemiche e prese di posizione. In quei giorni la porta chiusa del ristorante era stata letteralmente tappezzata di messaggi di solidarietà, un abbraccio che aveva positivamente stupito i titolari dello storico ristorante.

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