Fondo riservato, Durni «inguaia» Dellai

Fondo riservato, Luis Durnwalder, indagato per l'utilizzo dello stesso dalla Corte dei conti altoatesina, tira in ballo il suo ex collega, Lorenzo Dellai per spiegare che come lui, anche gli altri presidenti di Trento e Innsbruck, hanno fatto lo stesso con il fondo riservato «così come prevedeva la legge»

di Angelo Conte

dellai durnwalder durniFondo riservato, Luis Durnwalder, indagato per l'utilizzo dello stesso dalla Corte dei conti altoatesina, tira in ballo il suo ex collega, Lorenzo Dellai per spiegare che come lui, anche gli altri presidenti di Trento e Innsbruck, hanno fatto lo stesso con il fondo riservato «così come prevedeva la legge». A margine della seduta della giunta altoatesina, infatti, il presidente della Provincia di Bolzano ha affermato di aver utilizzato il fondo sulla base di quanto hanno fatto anche altri politici che ne avevano diritto, dal Capitano del Tirolo, al presidente del consiglio provinciale, fino all'ex governatore trentino Dellai. Anzi, a differenza di quest'ultimo, il Landeshauptmann rivendica un comportamento più ingenuo anche se trasparente. «Il mio unico errore - spiega Durnwalder - è stato quello di avere documentato ogni euro, mentre altri assessori ma anche colleghi a Trento si sono limitati ad autocertificare che hanno usufruito del fondo di rappresentanza rispettando la legge».
Nessuna accusa, quindi, di aver utilizzato in maniera illecita il denaro, ma un richiamo a Dellai che appare una sorta di autodifesa rispetto alle modalità di utilizzo del fondo riservato. Per parte sua Dellai, chiamato in causa, sulla questione sostiene di «non voler dire nulla».
Un altro trentino tirato in ballo indirettamente da Durnwalder, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, chiarisce «di non aver mai utilizzato il fondo riservato che valeva 5.000 euro: al mio arrivo l'ho cancellato. Per trasparenza dovrebbero fare altrettanto anche i presidenti delle due Province».
Il coinvolgimento mediatico di Dellai nella vicenda del fondo riservato di Durnwalder arriva alla fine della seduta di giunta provinciale altoatesina. Rispondendo al modo in cui ha usato il fondo, Durnwalder ha prima chiarito che «mi sembra ovvio che non posso offrire al Dalai Lama un wurstel e un bicchiere di acqua di rubinetto». Durnwalder, che in questi giorni ha presentato le controdeduzioni sull'inchiesta della Corte dei Conti di Bolzano sul suo fondo di rappresentanza, ha detto di aver «telefonato a Dellai e a Innsbruck e tutti hanno detto di aver fatto come ho fatto io». Sull'ex presidente della Provincia di Trento, Durnwalder ha poi aggiunto: «Dellai , così almeno mi ha detto, non ha nemmeno un biglietto giustificativo. Ma lui ha detto: l'ho speso così come è previsto dalla legge. Anche tutti gli altri assessori e il presidente del consiglio provinciale hanno detto: abbiamo fatto così perché era questo l'uso. Perciò se adesso dopo 50 anni non è più così e c'è una nuova legge, rispetteremo la nuova legge».
Se Dellai si trincera dietro il silenzio e non commenta, chi taccia di imprecisione il presidente bolzanino è Dorigatti. «Per quanto riguarda me - spiega il presidente del consiglio provinciale trentino - ho fatto abolire il fondo riservato che, quando sono arrivato, era di 5.000 euro l'anno». Dorigatti dà però indirettamente ragione a Durnwalder quando quest'ultimo sostiene che di fatto «il fondo riservato, per il regolamento che aveva, permetteva al presidente del consiglio provinciale di spendere i soldi a disposizione senza dover rendicontare alcunché, e senza dover rispondere nemmeno alla procura della Repubblica». Il fondo della presidenza trentina è pari a 43.000 euro l'anno, simile quello di Durnwalder. «Anche la Regione lo ha abolito - spiega Dorigatti - per una questione di trasparenza e per evitare di dare adito al sospetto che si utilizzino dei soldi per fare la carità o come strumento di consenso, sarebbe meglio che si arrivasse a una abolizione per tutti».

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