Con la crisi l'orto diventa una passione

I trentini riscoprono il piacere di lavorare la terra, dedicando con costanza parte del loro tempo libero a coltivare e far crescere rigoglioso e sano l'orto di casa. Lattuga e pomodori, zucchine e peperoni, melanzane e fagiolini verdi, cetrioli e fagioli borlotti, porri e piselli, fragole e carote. Tutto sulla porta di casa: verdura sana e genuina, coltivata con le proprie mani, a chilometri zero. Senza contare la soddisfazione personale di riuscire a prendersi cura con successo di ciascuna piantina, potendo godere in prima persona e con la propria famiglia dei frutti da essa generati: certamente un grande valore aggiunto che si somma alla salubrità del prodotto

di Fabia Sartori

I trentini riscoprono il piacere di lavorare la terra, dedicando con costanza parte del loro tempo libero a coltivare e far crescere rigoglioso e sano l'orto di casa. Lattuga e pomodori, zucchine e peperoni, melanzane e fagiolini verdi, cetrioli e fagioli borlotti, porri e piselli, fragole e carote. Tutto sulla porta di casa: verdura sana e genuina, coltivata con le proprie mani, a chilometri zero. Senza contare la soddisfazione personale di riuscire a prendersi cura con successo di ciascuna piantina, potendo godere in prima persona e con la propria famiglia dei frutti da essa generati: certamente un grande valore aggiunto che si somma alla salubrità del prodotto. E certo, anche la crisi generale si fa sentire: il risparmio del proprio orto può essere notevole.
Ecco, quindi, che in questo particolare periodo dell'anno i negozi specializzati nella vendita di prodotti per l'agricoltura registrano il tutto esaurito: «I mesi di aprile e maggio - spiega Giorgio Xausa, titolare dell'attività Punto verde di Pergine Valsugana - sono quelli in cui registriamo maggior affluenza: abbiamo addirittura deciso di sospendere il consueto mercoledì di chiusura». È giunto, infatti, il momento della semina. «Anche se i capricci del meteo e le abbondanti piogge di questa primavera hanno creato un leggero slittamento in avanti», precisa Xausa. «In sostanza - chiarisce Laura Franceschini del negozio Ciba in via Maccani - con la terra troppo umida umida era impossibile preparare il terreno ad accogliere sementi o piante da trapianto».
Ma in questo periodo, anche osservando la massiccia presenza di appassionati coltivatori nei diversi negozi, sembra finalmente giunto il momento di procedere con le operazioni di vangatura, concimazione e, poi, semina o trapianto: «È buona pratica - dicono entrambi gli esperti - praticare un'accurata preparazione del terreno nelle prime due fasi descritte, per poi procedere con il terzo importante passaggio». Semina o trapianto? «Non esiste una regola precisa - chiarisce Xausa - In gran parte insalata e pomodori, zucchine e peperoni vengono trapiantati acquistando le piccole piantine a disposizione. Mentre nel caso di fagioli, patate o piselli sono da preferire le buste contenenti le sementi».

 P er quanto riguarda la spesa si può parlare di cifre contenute: una busta di semi può valere da 60 centesimi a 1,50 euro, mentre per quanto riguarda le piantine da trapiantare il loro valore commerciale oscilla tra 1,30 euro e 2,50 euro (con riferimento a 6/9 ciuffi). Ovviamente per completare il kit del «perfetto coltivatore» non possono mancare guanti e rastrello, vanga e zappa, per il cui acquisto difficilmente si supera un totale di circa 50 euro. Senza scordare i sacchi di concime per cui si possono spendere una decina di euro per l'acquisto di un sacco da 5 chilogrammi utile a fertilizzare 200 metri quadri di terreno. «In questo caso - consiglia Xausa - è opportuno utilizzare prodotti naturali per contare su una migliore crescita dei prodotti». Entra quindi in campo l'economicità di questo hobby che consente certo di consumare a tavola il frutto del proprio lavoro, ma anche di risparmiare qualche euro al supermercato.
Ma c'è anche chi dà una lettura più filosofica: Laura Franceschini parla di riscoperta delle origini, di riscoperta della terra. Che, tra l'altro, sembra andare ad interessare un numero crescente di giovani trentini, veri e propri appassionati verso la coltivazione «fai da te» di un piccolo appezzamento di terra: «Se un tempo erano per lo più quarantenni e cinquantenni ad interessarsi alla coltivazione dell'orto - dice Franceschini - oggi la fascia giovanile è presente in buona percentuale». Unica costante: la presenza femminile, che supera con frequenza i colleghi uomini. «Non sono rari nemmeno i casi - racconta Franceschini - in cui alcune famiglie decidono di creare un piccolo orto sul balcone, spesso per dare modo ai propri figli di comprendere che frutta e verdura non si trovano solo in negozio, ma crescono regolarmente dalla terra. I più gettonati in questo caso sono i pomodori, le ciliegie e le fragole».

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