«La coalizione malata, Civico è la febbre»

«Penso che distorto sia Civico, rispetto al percorso che abbiamo fatto in questi anni e distorto anche rispetto all'esigenza che la coalizione ha di non frantumarsi. Ritengo che ci sia un limite di superficialità e spudoratezza delle dichiarazioni che sarebbe utile non oltrepassare». Replica così Lorenzo Dellai al consigliere Pd che ha parlato di «evidenti distorsioni che la politica ha esercitato con il suo potere»

di Luisa Maria Patruno

«È sconcertante questo modo di fare: così si avvelenano i pozzi della politica, questo è il dato più inquietante. Sono molto preoccupato per il futuro della coalizione e l'unica cosa che mi consola è il fatto che siano posizioni molto minoritarie e isolate». L'ex governatore Lorenzo Dellai, oggi capogruppo di «Scelta Civica» alla Camera, è impegnato in questi giorni a Roma, ma ieri gli è giunta di buon mattino l'eco dell'intervista rilasciata all' Adige  da Mattia Civico, in cui il consigliere provinciale del Pd e presidente della commissione sanità e welfare, esprime un giudizio molto critico sui metodi di governo della giunta Dellai e invita il Partito democratico del Trentino a segnare una discontinuità con le «evidenti distorsioni che la politica ha esercitato con il suo potere», portando come esempio di queste «distorte dinamiche» la Medical School, la Protonterapia e la procedura d'appalto del Not (Nuovo ospedale di Trento), quest'ultima proprio ieri nel mirino delle opposizioni in consiglio provinciale.
 

Onorevole Dellai, il consigliere Civico ha spiegato che per lui «discontinuità» significa dire basta alle distorsioni esercitate dal potere politico in questi anni. Il riferimento chiaro è a lei che ha governato la Provincia per 15 anni. Cosa risponde?
Penso che un po' distorto sia lui, rispetto al percorso che abbiamo fatto in tutti in questi anni e distorto anche rispetto all'esigenza che la coalizione ha di non frantumarsi, di non disperdersi, di non sciogliersi e non perdere la rotta. Dopodiché è chiaro che ognuno può pensare quel che crede, però io ritengo che ci sia un limite, un buon limite oltre il quale sarebbe utile per tutti non andare.
 

Vuol dire che se si supera un certo limite si rompe tutto, ovvero la coalizione, e non si riesce più a rimettere insieme i pezzi?
Dico un limite di superficialità e spudoratezza delle dichiarazioni che sarebbe utile non oltrepassare. Ma il nostro problema oggi non è quello che dice Civico, semmai le sue dichiarazioni altro non sono che la febbre di un corpo malato, quindi noi ci dobbiamo preoccupare non di quello che dice Civico, che equivale alla febbre, ma della malattia. E la malattia è il fatto che la coalizione rischia di perdere la bussola e la ragione stessa del perché si fa politica insieme e si compie un percorso politico insieme. Mi auguro che le forze e le persone responsabili vogliano recuperare rapidamente un po' di razionalità. Certamente la preoccupazione politica è massima, perché se c'è una cosa importante che ci ha fatto vincere le elezioni e avere il consenso in questi anni più che le questioni ideologiche e di appartenenza in senso stretto è il fatto che la comunità ha visto in noi un punto di riferimento autorevole e serio. Se comincia a venire meno questo diventa davvero difficile.
 

Lei dice che Civico esprime una posizione minoritaria, ma non è vero che è isoltato.
Non voglio commentare le parole di Civico perché sarebbe come guardare il dito invece che la luna, in questo caso il braccio e per braccio intendo che è invalsa la teoria che si possa dire tutto e il contrario di tutto, lanciare accuse così pesanti e anche denigratorie non solo nei confronti miei, ma anche del presidente Pacher dipinto con toni totalmente inaccettabili. Questo mi fa esprimere da ex presidente una fortissima preoccupazione e sono certo che anche i cittadini, gli elettori del Pd sono molto lontani da questa impostazione.
 

Civico si è spinto a ipotizzare che Pacher abbia deciso di ritirarsi dalla politica per non rappresentare la continuità rispetto al sistema di governo di Dellai. Ritiene che sia un'affermazione denigratoria?
Scherzando mi verrebbe da dire che se io fossi in Pacher dopo quell'intervista annuncerei la mia candidatura. Darebbe una lezione di stile. Ma al di là di questo, mi è sembrata una mancanza di rispetto per un leader politico che ha segnato con me e con altri una stagione importante, ma anche nei confronti di una decisione che in me ha suscitato rammarico, ma che comunque va colta nel senso di una riflessione profonda. non di una codardia. Anche per questo sono sconcertato. Ed è inquietante anche solo pensare queste dichiarazioni da dove possano arrivare.
 

Il consigliere cita il Not, la Protonterapia e la Medical School come esempi di queste dinamiche di potere distorte, ha parlato di carenza di trasparenza. Cosa risponde nel merito su queste ombre?
Quali ombre? L'unica ombra è nella testa di qualcuno. Queste sono persone che avvelenano i pozzi della politica. E non si può perché l'acqua è per tutti, per chi vince, chi perde, chi governa e chi sta all'opposizione. Se uno mette in dubbio la correttezza del nostro operato come ha fatto Civico allora deve documentarlo e deve risponderne fino in fondo.

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