«Niente bandiera italiana»

Il comandante degli Schützen trentini, illustrati all'assemblea del corpo, in vista delle celebrazioni per il centesimo anniversario dall'inizio del Prima guerra mondiale propone di lasciare le bandiere tricolori in un cassetto

di Lorenzo Basso

schuetzenimg_7648_8547563 «In un momento di generale perdita di valori e di identità, la Provincia di Trento si è distinta per un lodevole impegno in termini di programmazione e di risultati. Non si può affermare la stessa cosa per lo Stato in cui viviamo. Come schützen, non dobbiamo avere paura di affermare che non siamo dei nostalgici che vivono nel passato e sfilano per folclore, ma persone attente alla difesa della nostra storia, dell'autonomia e del territorio che i nostri avi ci hanno affidato con orgoglio». Il comandante della Federazione degli schützen del Tirolo meridionale Paolo Dalprà, durante l'assemblea del corpo tenutasi ieri mattina presso il Palazzo della Regione a Trento, ha usato parole di apprezzamento nei confronti dell'operato dell'amministrazione provinciale, rilevando come l'istituzione dell'euroregione sia stato un passo significativo verso l'integrazione del Trentino in Europa.
Con oltre seicento iscritti e ventuno compagnie sul territorio provinciale, quella degli schützen è una realtà in forte crescita, a cui iniziano ad aderire giovanissime leve. Rispetto al 2010, quando gli appartenenti al corpo erano 436, l'incremento degli affiliati è stato significativo. Quest'anno verrà inaugurata una nuova compagnia nelle Valli Giudicarie, mentre nel 2014 dovrebbe nascere il raggruppamento della Val di Non.
L'assemblea di ieri, a cui erano presenti in uniforme storica le delegazioni di tutte le compagnie che compongono la compagine trentina, è stata un'occasione per rimarcare gli obbiettivi che si pone il corpo. Tra questi, vi è, anzitutto, l'introduzione dell'insegnamento della lingua tedesca in tutte le scuole provinciali, di qualsiasi ordine e grado, al fine di rendere la popolazione trentina completamente bilingue nell'arco di cinque anni. In secondo luogo, si prospetta l'avvio di percorsi formativi mirati sulla storia locale, con particolare attenzione alla cartografia austro-ungarica ed agli avvenimenti antecedenti il 1918.
In vista delle celebrazioni per il centesimo anniversario dall'inizio del primo conflitto mondiale - previste per il prossimo anno - gli schützen del trentino propongono di evitare lo spiegamento della bandiera italiana ma, in ricordo delle migliaia di vittime, di raccogliersi in una sobria commemorazione sotto il vessillo europeo. Al contempo, si suggerisce la reintroduzione del medaglione distintivo per i sindaci, quale alternativa tradizionale alla più nota fascia tricolore, e la riabilitazione degli affiliati al Befreiungsausschuss Südtorol, l'organizzazione terroristica per l'autodeterminazione dell'Alto Adige fondata nel 1956.
Infine, il corpo chiede un'accelerazione nel processo di creazione della regione tirolese (che comprende, a detta del vice-comandante Giuseppe Corona, il Trentino e parte dei territori alpini del Veneto).
Sul versante sociale, invece, gli schützen sono impegnati nella costituzione di un gruppo di intervento rapido, formato da volontari, con il compito di coadiuvare la Protezione civile locale in caso di calamità naturale, incidenti o disastri.
Nel corso dell'assemblea - durante il quale sono intervenuti il comandante del corpo sudtirolese Elmar Thaler, il rappresentante del Tirolo austriaco Hartwig Röck e Annamarie Wuerser, dell'associazione Croce nera - è stata evidenziata altresì la peculiarità della situazione trentina, e la conseguente lontananza percepita dagli schützen rispetto alla storia ed alla cultura italiana.
Ringraziamenti per le manifestazioni culturali e le iniziative sul territorio sono stati infine espressi dall'assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi e dal senatore Franco Panizza, assessore alla cultura uscente.

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