Rovereto / Il progetto

Pronto intervento sociale per i senzatetto: sarà attivata una centrale operativa 24 ore su 24

Gli operatori del servizio telefonico saranno in contatto con le unità territoriali che portano assistenza per strada alle persone senza fissa dimora. Un appoggio alle iniziative solidali del Comune, con l'avvio del nuovo dispositivo previsto dall'anno prossimo a cura della Provincia, per «fornire risposte ai bisogni indifferibili e urgenti, anche attraverso beni di prima necessità e l'inserimento per periodi brevi in posti di accoglienza»

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ROVERETO. La città fantasma esiste ma, di fatto, non ha numeri certi. Quelli che sopravvivono rimediando rifugi di fortuna e inventandosi espedienti per sbarcare il lunario sono di fatto, almeno in parte, sconosciuti all'ente pubblico. Che, da parte sua, non vuole affatto abbassare la guardia ma, anzi, cercare di fotografare il fenomeno per poi decidere come e dove intervenire. Stiamo parlando dei senzatetto, una realtà che il Comune, l'hanno scorso, ha scelto di monitorare affidando l'incarico alla Fondazione Comunità solidale.

Un progetto sperimentale, costato 87mila euro, che ora ha la necessità di diventare strutturale.

Ed ecco il bando per affidare ad una cooperativa sociale (o un pool, poco importa) la gestione dell'emergenza «ectoplasmi urbani» dal primo novembre di quest'anno al 31 dicembre 2024. Palazzo Pretorio, per capirci, staccherà un assegno di poco più di 283mila euro.

Ma l'iniziativa, stavolta, sarà appoggiata da un pronto soccorso telefonico per «barboni» che la Provincia dovrebbe far partire il 1° gennaio 2023. E questa è una novità, almeno dal punto di vista dell'assistenza sociale. Si tratta infatti del «Prins», il Pronto intervento sociale che, confermano in Comune, la Provincia dovrebbe far partire dal prossimo anno attivando una centrale operativa attiva 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno, un telefono per rispondere alle esigenze di chi resta per strada e che, grazie agli operatori, attiverà il supporto territoriale.

«Che dovrà fornire risposte ai bisogni indifferibili e urgenti, anche attraverso la fornitura di beni di prima necessità e l'inserimento per periodi brevi in posti di accoglienza dedicati, in attesa dell'accesso ai servizi. Il numero unico, poi, dovrà provvedere all'attivazione di attività di aggancio, all'ascolto e alla lettura del bisogno attraverso operatori del servizio e intervento delle unità di strada».

L'attivazione del «Prins», come detto, avverrà col cambio di calendario e farlo funzionare sarà la Provincia.

Per quanto riguarda Rovereto, dopo la sperimentazione di quest'anno si è deciso di appaltare il servizio fino alla fine del 2024. I soldi messi sul piatto da palazzo Pretorio sono circa 283mila euro ma chi si aggiudicherà l'appalto dovrà davvero pensare ai fantasmi della città.Le cifre dei senza fissa dimora, però, sono ballerine.

Almeno stando alla fotografia della sperimentazione affidata a Comunità solidale: si sa solo che una trentina si rifugiano al Portico in Santa Caterina e una decina al Km354 in via Manzoni. Gli altri, le ombre vere e proprie, dovrebbero essere tra dieci e venti e occupare ripari di fortuna nei tanti ruderi industriali di una città che un tempo cresceva grazie alle fabbriche.

In passato, in verità, i cosiddetti barboni erano molti di più, quelli almeno che si incrociavano di giorno e che scoprivano le forze dell'ordine di notte.

Il compito di controllare e di interagire con i senza dimora, insomma, è stato affidato a inizialmente a degli esperti del settore, un'associazione esperta che ha attivato l'«Unità di Strada». Ora, però, serve costanza a perseveranza e per questo il Comune ha deciso di affidare formalmente l'incarico al, diciamo così, miglior offerente. Soprattutto in termini qualitativi e di volontariato interessato ad aderire al progetto. Gli interessati al progetto dovranno presentare le proprie offerte entro il 24 ottobre.

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