La zanzara tigre festeggia i 25 anni di insediamento

di Nicola Guarnieri

ROVERETO - L'anniversario non è di quelli da festeggiare con torta e spumante ma rende comunque l'idea. La zanzara tigre a Rovereto compie infatti 25 anni, un quarto di secolo da quando, discretamente e senza disturbare, si insediò in zona industriale dopo un viaggio clandestino dal Sudamerica dentro i copertoni dei camion. Da allora si è piazzata qui in maniera stabile colonizzando prima la città della Quercia e poi il resto della Vallagarina. E diventando un problema a tutti gli effetti. Che, per carità, viene costantemente monitorato dagli esperti del Museo Civico ma che da qualche anno ha spinto il Comune a diramare «ordini» ai cittadini di evitare acque stagnanti e, soprattutto, dichiarare guerra alla zanzara attivando ditte specializzate

.Ma l'«Aedes albopictus» (questo il nome scientifico) non è certo l'unico animaletto da noia e disagio che alberga tra le nostre case. Perché tra parchi e strade, la città ospita di fatto un piccolo zoo che tutti vorrebbero evitare, altro che portarci in gita la famiglia. E si tratta di bestiole fastidiose e potenzialmente pericolose per la salute. Stiamo parlando infatti di topi, blatte, formiche, mosche, zecche, vespe e pulci, non certo esseri da spot turistico per una zona che, tra le altro cose, punta sulla natura.

Proprio per evitare fastidi ai cittadini in piazza del Podestà si è deciso di disfarsene o, quantomeno, provare ad allontanare questi intrusi indesiderati.

Per la zanzara tigre, come detto, da anni è in atto un'azione massiccia di monitoraggio e combattimento che vede impegnato il Museo Civico.

E i risultati sono buoni, da un punto di vista dell'intervento pubblico, anche se i cittadini fanno spesso orecchie da mercante. Tanto che palazzo Pretorio, alcuni anni fa, ha giocato pesante annunciando multe fino a 500 euro per chi non si impegnava a debellare la piaga sulla sua proprietà privata.

Perché il fenomeno, nonostante gli sforzi, si aggrava anno dopo anno. La normale prolificità della specie, d'altro canto, ha trovato un forte alleato nel cambiamento climatico: estati sempre più lunghe e calde hanno favorito il diffondersi dell'insetto. Ma nella «black list» delle bestiole da mettere al bando ci sono anche i ratti.

E per i sorci l'amministrazione ha scelto di affidarsi ad una società esperta in derattizzazione che, oltre a scacciare il roditore molesto, dovrà tenere sott'occhio tutti i parchi pubblici e le strutture comunali. Perché i roditori che i fumetti vorrebbero ghiotti solo di formaggio si insidiano ovunque, infastidiscono gran parte delle persone con la sola presenza, non essendo «cuccioli» da affezione, e soprattutto fanno a pugni con l'igiene.Nell'elenco dei nemici del popolo, poi, entrano di diritto le blatte, le pulci e gli imenotteri (vespe e formiche).

Troppo per non continuare a combattere una guerra fatta di «ecoveleni» e trappole opportunamente piazzate nei siti a rischio. Questo conflitto, dunque, mira a liberare l'urbe dagli assalti frontali di topi, volatili ronzanti e mostriciattoli plurizampe e il costo è tutto sommato contenuto: poco meno di 30mila euro Iva inclusa. Perché le pulizie che prima facevano Amr e il Progettone attraverso i lavori socialmente utili ora sono esternalizzate a ditte specializzate e la cifra stanziata per pagare i tre appalti è complessivamente di 28.262,52 euro, chiaramente soggetta al ribasso. Avanti, quindi, con la lotta senza quartiere agli animali da noia che, come detto, portano pure malattie.

Chiaro che i più impattanti, per la gente, sono i sorci. L'incarico consiste nel disseminare in città una rete di erogatori fissi di esche rodenticide dopo aver individuato i luoghi a rischio. Le postazioni di monitoraggio e «avvelenamento» sono 150 e si va dai giardini Italia, Milano e Santa Maria alla pista ciclabile lungo il Leno passando per il Centro tennis Baldresca, il campo di tiro con l'arco e il cantiere comunale all'ex Ati. All'occorrenza, però, i siti da bonificare possono aumentare. Oltre ai parchi, l'impresa dovrà garantire interventi puntuali a richiesta.

E qui entrano in gioco gli edifici di proprietà del Comune e le altre aree verdi pubbliche, siano esse giardinetti piuttosto che aiuole ma anche i cimiteri. Per l'attivazione a chiamata, le quantità fissate da palazzo Pretorio sono di 300 erogatori installati e 700 interventi di monitoraggio e ricarica di ratticida. Il sopralluogo, poi, dovrà avvenire entro 48 dal ricevimento dell'Sos.

Tanto per gli insetti che per i topi, l'azienda incaricata dovrà segnalare con appositi cartelli l'attività di disinfestazione, utilizzare prodotti il meno nocivi possibile per le persone e garantire il transito di veicoli e pedoni. Insomma, una guerra dichiarata a invasori fastidiosi e pericolosi non solo per il benessere psicologico ma anche fisico dei cittadini.

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