Grande Guerra, territorio diviso dal fronte

La bella e fondamentale mostra allestita dal Laboratorio di storia di Rovereto alla Manifattura Tabacchi («Cosa videro quegli occhi») è uno dei ricordi più riusciti della Grande Guerra. Di «Cosa videro quegli occhi» si parlerà giovedì pomeriggio alle 17.30 alla sala Conferenze della Fondazione Caritro in piazza Rosmini. Il titolo - Una terra divisa e contesa tagliata dalla linea del fronte con civili e soldati segnati da destini opposti e spessi mai ricongiunti - richiama la presentazione della rivista Archeologia Viva con l’articolo speciale sulla mostra. Introduce Dario Di Blasi, direttore di Firenze Archeofilm. Intervengono Franco Marzatico (soprintendente Beni culturali della Provincia), Franco Nicolis (direttore ufficio Beni archeologici), Diego Leoni (Laboratoria di Storia), Piero Pruneti (direttore «Archeologia Viva»). La vicenda indagata si riferisce agli eventi che nella guerra, dalla sua lunga preparazione, fino alle drammatiche conseguenze, tra il 1913 e il 1920, vide coinvolti migliaia di trentini, uomini e donne. Protagoniste ne sono le «impronte» di un’esperienza che avrebbe rappresentato, a fronte di immani lacerazioni psicologiche e fisiche, la testimonianza che quelle vite hanno segnato in documenti e relazioni militari, atti processuali, registri anagrafici, ma anche in decine e decine di lettere, diari e memorie di cui è rimasto traccia. La guerra, dunque, come conseguenza della chiamata alle armi e dell’arruolamento, o come scelta, nella vicenda di centinaia di trentini, più di ottocento, volontari nell’esercito italiano.

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