La laurea in meteorologia punta su Rovereto

 
Rovereto «Città del meteo»: qui è nato tre anni fa il Festival della Meteorologia, ormai punto di riferimento per gli scienziati di tutto il mondo; Aisam, l’«Associazione italiana per le scienze dell’atmosfera e della meteorologia» a gennaio scorso ha trasferito la propria sede legale dal Cnr di Roma al Polo Meccatronica di via Zeni; nella Città della Quercia si sono tenute diverse edizioni del Convegno nazionale Cinfai, Consorzio interuniversitario nazionale per la fisica delle atmosfere e delle idrosfere; Climate-KIC, il più grande partenariato di innovazione pubblico-privato in Europa incentrato sul cambiamento climatico (e che conta su 85 milioni di euro di finanziamenti), ha partecipato a diverse attività sia imprenditoriali che di formazione che hanno sede a Rovereto, sia a Trentino Sviluppo che al Polo Meccatronica; infine il Museo Civico è parte attiva in numerosi progetti centrati sulla meteorologia.
 
Ed è proprio da Rovereto che è partita l’idea di una laurea magistrale unica in Italia collegata ad un «Master of science programme in environmental meteorology», proposta dall’Università di Trento in collaborazione con quella di Innsbruck che partirà il prossimo autunno. Ma i corsi non si terranno a Rovereto, sono previsti a Trento, a Mesiano. «Certo che sarebbe bello che il corso di laurea fosse a Rovereto - ammette il responsabile Dino Zardi, professore del gruppo di fisica dell’atmosfera presso il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale di Unitn - perché è proprio Rovereto che ha lanciato l’idea di un polo meteorologico con importanti ricadute sia in termini imprenditoriali che scientifici, un luogo d’attrazione a livello internazionale. La laurea a Rovereto è un’idea più che plausibile: l’università non è contraria, la Provincia sembra interessata e il Comune la caldeggia».
 
Zardi, che è anche l’ideatore del Festival di Meteorologia, è uno dei massimi esperti del settore in Italia e vede di buon occhio i possibili progetti legati alla voglia di innovazione che Rovereto vuole esprimere. I passi in avanti che sono stati fatti finora, con l’accentramento di importanti iniziative e istituzioni, vanno proprio in questa direzione. «L’idea è forte - spiega Zardi - e ci sono tutte le premesse perché possa essere realizzata: inoltre le interrelazioni con le realtà esistenti e quelle che verranno, dal Progetto Manifattura alla laurea magistrale in Scienze dello sport, possono portare a interessanti contaminazioni». È intuitivo immaginare quali vantaggi potrebbe avere per esempio una startup legata allo sport che possa contare su competenze meteo.
 
Quanto al luogo fisico dove questi corsi potrebbero essere tenuti, Zardi risponde: «Palazzo Bossi Fedrigotti sarebbe una sede molto valida anche se andrebbe riadattato: gli iscritti sono una trentina ma serve qualche laboratorio». «La magistrale in meteorologia a Rovereto è auspicabile - risponde Cristina Azzolini, vicesindaco che si occupa di università - ma è un processo lungo e complicato. Abbiamo adesso terminato l’iter per la laurea in Scienze dello sport ed è stato un lavoro molto impegnativo che è stato portato avanti a piccoli passi. Certo, grazie all’impulso del Festival ci sono i presupposti perché presto o tardi lo si possa fare». Quanto all’ipotesi di Palazzo Fedrigotti, Azzolini ribatte: «Prima si deve concludere la partita tra Cimec e Manifattura, e poi si vedrà».
 

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