Nessuno si offre: salta la Notte Verde Il «bando» per gli eventi deserto

Qualche associazione ha già ricevuto la lettera da palazzo Pretorio: «La notte verde per il momento è stata sospesa per motivi logistico organizzativi. Probabilmente verrà riproposta nel mese di giugno». Se questo sia un requiem definitivo, per uno degli eventi che da un paio d'anni aveva caratterizzato la primavera roveretana, non è chiaro. Ma sembra più che probabile. Certo sul cielo della notte tra spettacolo e riflessione ambientale (che quest'anno avrebbe visto la cena biancoverde su corso Bettini) si addensano nubi nerissime: è impossibile si riesca a metterla in piedi in tempo. Anche perché non si capisce chi dovrebbe farlo.

Sono scaduti i termini per presentarsi alla manifestazione d'interesse, indetta dal Comune. E non si è presentato nessuno. Non Agostino Carollo, cioè colui a cui si deve il bando. Non il consorzio InCentro, che con il budget dell'amministrazione (25 mila euro) non riusciva a mettere in piedi una manifestazione dignitosa. Questo, aggiunto al calendario che non perdona (la notte verde si sarebbe dovuta tenere il 26 maggio) dà la fotografia della situazione. Il 2018 farà a meno della serata sul risparmio energetico, della cena collettiva che diventava spettacolo, insomma, dell'evento che dava il via alla primavera roveretana. 

Cosa sia la notte verde, è noto a tutti. L'evento, introdotto dall'amministrazione Miorandi nel 2011, collegata al festival dell'Economia, si è arricchita tre anni fa della cena bianco verde comunitaria. Una festa della città per la città. Il consorzio l'ha sempre organizzata, con il contributo del Comune, che la riteneva una manifestazione centrale, in questo periodo dell'anno. 

Poi è arrivato Carollo: insistendo sul fatto che è scorretto, affidare gli eventi al Consorzio InCentro, si è messo di traverso. La sua tesi è chiara: per qualsiasi evento (mercatini di Natale compresi, naturalmente) il Comune deve fare un bando pubblico, perché tutti possano partecipare. Ha scritto all'Antitrust, ha fatto ricorso al Tar. E nelle more del procedimento (i giudici amministrativi devono ancora pronunciarsi) palazzo Pretorio ha deciso di essere prudente. 

Il Consorzio InCentro aveva già presentato il suo carnet d'eventi primaverili, tra cui spiccava la notte verde. Il Comune ha deciso di indire una manifestazione d'interesse. Probabilmente la speranza era che partecipasse il Consorzio (il bando era aperto solo a enti senza scopo di lucro) ma l'amministrazione non ha messo mano ai cordoni della borsa. Nel bando si parla della realizzazione di sei eventi, tra maggio e giugno, notte verde compresa, per un contributo di 25 mila euro. Questo il muro contro cui si è schiantato qualsiasi buon proposito. A spiegarlo è stato lo stesso presidente del consorzio InCentro Paolo Moiola: «Noi non abbiamo partecipato perché il bando che è stato fatto per noi era particolarmente impegnativo. Avremmo dovuto organizzare 6 eventi in 45 giorni. Tutto è fattibile, ma ci è sembrato difficile. Anche il contributo è stato molto ridimensionato. Con grande dispiacere, ma abbiamo preso atto che non si può fare. Abbiamo anche provato a pensare ad una notte verde ridimensionata, ma non è fattibile. Per noi è un grande dispiacere. Capisco che il bando dovesse tutelare tutto, ma noi non ce la facciamo». I conti si fanno in fretta: 25 mila euro sono meno di quel che è costata, l'anno scorso, la sola notte verde. 

«Con quel budget non facevamo nemmeno la notte verde, non riuscivamo a farla - spiega Moiola - calcolando poi che il bando prevedeva che gli eventi fossero finanziati all'80 % dal contributo, quindi la spesa sarebbe stata di 32 mila euro. Ma il consorzio non ha fondi propri e i tempi sono davvero stretti. A malincuore, abbiamo dovuto rinunciare».  Sono pronti, spiega Moiola, a ideare qualcosa, ma certo non il 26 maggio. Amara, infine, la riflessione sul futuro: «Capiamo le esigenze del comune di fare dei tagli, ma ho paura che questi bandi siano un sistema di chiudere certe iniziative. quel che c'era di valido, ci dispiacerebbe venisse cancellato». Ma la strada sembra proprio quella.

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