Al campo profughi finisce il pollo A Marco deve intervenire la polizia

Intervento della Polizia l’altroieri sera nel campo profughi di Marco. Gli agenti hanno dovuto riportare alla calma parte degli ospiti nella struttura che protestavano per la quantità del cibo appena servito. Ad infervorare gli animi di una trentina di cittadini pakistani il fatto che per la seconda portata della cena non c’erano porzioni di pollo per tutti. Nello specifico, mancavano 22 piatti. La sostituzione della carne con un piatto di uova sode e formaggio non è bastato per stemperare gli animi. La protesta, iniziata nella sala mensa, è proseguita poi all’esterno del box della direzione del campo, dove i profughi hanno dato vita ad un sit-in.
 
Da qui la decisione della responsabile del campo di chiamare il 113. «Abbiamo da sempre un ottimo rapporto con le forze dell’ordine - spiega Pierluigi La Spada, responsabile del coordinamento di Cinformi, cui è in capo tutta la macchina dell’accoglienza in Trentino -. È accaduto raramente, per fortuna, di dover fare ricorso al loro intervento, ma in certe situazioni, per riportare la situazione alla calma, la divisa aiuta, va detto». L’arrivo di una pattuglia del commissariato di Rovereto ha riportato subito sotto controllo la situazione. Gli agenti hanno parlato con i «portavoce» dei profughi, che in breve hanno sciolto il sit-in e sono andati a dormire senza altri problemi. «Si tratta di atteggiamenti inaccettabili - commenta La Spada - che non intendiamo sopportare. Qui non stiamo parlando di persone che non avevano da mangiare. Ci comporteremo con i profughi con la stessa logica che deve avere un buon padre di famiglia coi figli: si mangia quello che c’è nel piatto, e basta».
 
Attualmente il campo profughi di Marco ospita 174 persone. Di queste, 96 sono alloggiate in forma stabile da più mesi nei nuovi prefabbricati costruiti dalla Provincia e dotati di cucina. Come ospiti fissi sono, dal punto di vista dell’alimentazione, «autonomi»: si organizzano e si cucinano da soli i pasti.

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