Fuga dagli asili nido: a Rovereto liste azzerate

Liste azzerate per gli asili nido di Rovereto

di Matthias Pfaender

Liste azzerate per gli asili nido di Rovereto. Non era mai successo. Con il prossimo primo di gennaio, con il passaggio dei bimbi «grandi» attualmente frequentanti i nidi alle scuole per l'infanzia (i classici asili per i 3-6 anni), tutte le 248 famiglie che hanno fatto richiesta per l'anno scolastico 2014-2015 avranno risposta positiva. La risposta positiva del 100% delle domande non ha, come detto, precedenti. Ma il dato non arriva inaspettato. Nel 2013 i posti disponibili avevano coperto l'84% delle richieste, agli inizi di quest'anno il 94,5%. Il dato di Rovereto è, ad una prima lettura, oltre l'eccellenza. L'Unione europea indica nel 33% di risposte positive l'obiettivo per le città. In Italia la media è del 18%.


«Siamo quasi di fronte ad un paradosso - commenta il dirigente del servizio Istruzione del Comune Mauro Viesi -. Per anni abbiamo lavorato per abbattere le liste d'attesa. Oggi ci ritroviamo con la prospettiva di avere, a partire dai prossimi anni, posti vuoti nei nidi». L'orizzonte descritto dal dirigente non è remoto. Perché l'azzerarsi delle liste d'attesa non è figlio dell'ampliamento dell'offerta di posti, ma della brusca diminuzione delle domande. 


Anche qui pesa la crisi economica: sempre più persone hanno perso il lavoro, o non lo trovano. Spesso sono donne, che scelgono di tenere i figli a casa con loro. Nel 2013 le domande per un posto nei nidi erano 300, nel 2014 sono state 248: il 17% in meno. Una flessione che non trova ragione neppure nell'andamento demografico, pur negativo. Nell'arco del 2013 i nuovi nati sono stati 390. Una diminuzione rispetto alle 404 nascite registrate nel 2012, ma limitata al 3,4%.


Ci sono quindi dinamiche sociali dietro il fenomeno. La crisi economica ha cambiato radicalmente la vita quotidiana di molti nuclei familiari. Al di là di valutazioni di carattere affettivo personale, incide il fatto che per tante famiglie il pagamento della retta, nonostante i contributi provinciali e comunali, è insostenibile. «La percezione - spiegano gli uffici del Comune - è di un sensibile aumento di famiglie in cui un genitore non lavora». Una condizione temporanea che però l'impossibilità finanziaria di accedere al servizio dell'asilo nido rende di fatto permanente. Almeno per i primi tre anni di vita dei figli, fino a quando cioè possono essere iscritti alle scuole dell'infanzia, dove a carico delle famiglie ci sono solo i pasti. A differenza dei nidi. 


Il Comune di Rovereto dispone di 378 posti distribuiti in otto strutture, cinque in gestione diretta e tre in appalto. Le tariffe si basano sull'indicatore Icef. In teoria, il costo minimo è di 41,14 euro al mese per l'orario dalle 8.30 alle 15.30 più una quota variabile calcolata sulla base dei giorni effettivi di presenza, che parte da un minimo di due euro a un massimo di tre ed un importo aggiuntivo mensile per ogni ora di prolungamento del servizio che parte da 3,3 euro fino a 24 euro. Ma la tariffa minima, applicata a nuclei familiari con Icef inferiore a 0,13, può facilmente salire. Nella tariffa base ad esempio, per una famiglia con Icef uguale o superiore a 0,35, la quota fissa mensile passa da 41,1 a 297,8 euro. Ai quali vanno aggiunte tutte le quote variabili.


Anche lo sviluppo recente del servizio di tagesmutter, che permette notevole flessibilità di orario per conciliare i tempi famiglia-lavoro, contribuisce alla «fuga» dai nidi. Il Comune è convenzionato con la cooperativa sociale «Il Sorriso» per una quarantina di posti: il pubblico eroga un contributo orario alle famiglie riconosciuto fino a 120 ore-mese per bambino. Le ore eccedenti sono erogate a tariffa piena. Il contributo viene calcolato su base Icef e varia, in base al proprio coefficiente, tra 2,5 3 6,50 euro all'ora.

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