Il drone vola sui vigneti per scoprire le malattie

droneCapire a che punto l'uva è matura solo sorvolando un campo? Ci stiamo arrivando, grazie a droni super specializzati che utilizzano telecamere speciali di ultima generazione. A lavorare in questa direzione è una nuova ditta, che ha aperto i battenti lunedì scorso presso il Polo Tecnologico di Rovereto. L'idea in sé è semplice: da una parte utilizzare i droni, quella specie di zanzarone giganti che oramai vengono usate un po' per tutto, dai militari e dalle poste private, dai documentaristi e dai ricercatori scientifici, e dotarli di un'attrezzatura all'avanguardia che sappia «leggere» le radiazioni emesse dalle piante.

 

«È un campo di ricerca molto innovativo - spiega Gian Pietro Fedrigoni, 45 anni, fondatore della ditta Cyberfed - e su cui stiamo puntando molto. Siamo ancora in una fase organizzativa anche se alcuni modelli, o meglio sistemi integrati, li stiamo già vendendo»
Un gioiellino di questo genere però non si porta via con poco: il modello base infatti costa sui seimila euro, mentre con tutti gli optional arriva a novemila euro. Un investimento importante per un coltivatore alle prese con la crisi generale. «È possibile - spiega Fedrigoni - anche prendere a noleggio il drone, oppure fare una convenzione con i servizi di rilevazione».


Il «cuore» del drone utilizzato da quella che adesso viene chiamata «agricoltura di precisione» è una fotocamera multispettrale in grado di misurare «le radiazioni emesse dai cloroplasti delle piante, quelle del campo Nir, molto vicine all'infrarosso», precisa Fedrigoni. Questa è però solo la prima parte della storia: «rielaborando i fotogrammi, sarà possibile fare una mappatura dell'indice di vigore delle piante», ovvero sapere se la frutta è matura o se c'è qualche epidemia in atto. «La cosa nuova - spiega il patron della ditta - è che finalmente tecnologie molto sofisticate che finora erano utilizzate solo su larga scala e utilizzando i satelliti, ora sono a portata di tutti. Sono diventate più piccole e più facili da usare: nel proporre il nostro prodotto, noi includiamo anche dei corsi per l'utilizzo di queste tecnologie in contatto con il centro Eurodrone di Cuneo».
Per quanto riguarda l'acquisizione di telecamere multispettrali, da una parte si utilizzano prodotti già esistenti sul mercato, dall'altra si procederà con collaborazioni anche universitarie per la realizzazione di prototipi «made in Trentino».
«Il vantaggio - incalza Fedrigoni - è che si impiega pochissimo tempo a verificare lo stato di un appezzamento: un drone di questo tipo percorre un ettaro in tre minuti. Significa che in Trentino chi coltiva uva o mele potrà evitare di faticare controllando tutte le piante e dedicarsi ad altro. Basterà che la sera, collegato in telemetria, vale a dire da un tablet o da un computer, l'agronomo programmi il viaggio del drone per il giorno seguente».
Un altro campo in cui i droni potrebbero rivelarsi utili è quello del monitoraggio ambientale: dall'alto gli «occhi» dello zanzarone possono identificare inquinamenti, svasi, abbattimenti illeciti, discariche abusive. Inoltre, i «rilievi georeferenziati possono essere preziosi per gli addetti alla protezione civile, per forestali e geologi, per circoscrivere e descrivere, per esempio, l'area di una frana».


Gian Pietro Fedrigoni, ingegnere aereonautico di Verona, si è formato al Politecnico di Torino. Ha sempre avuto la passione per il cielo, così da ottenere il brevetto di volo. A marzo di quest'anno ha costituito l'azienda Cyberfed, che ha sede al Polo Tecnologico. I motivi per cui Fedrigoni ha deciso di mettere radici in Vallagarina sono diversi: «Mi interessava un supporto verso l'internazionalizzazione. Inoltre il sistema delle agevolazioni incentiva la partecipazione a fiere, segue l'imprenditore con percorsi mirati, lo incoraggia a dare vita a reti d'impresa. Senza contare il rimborso del 50 per cento dell'affitto».

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